Ucraina, chi è il giudice catanese che indaga sulla Russia - Live Sicilia

Guerra in Ucraina, chi è il giudice catanese che indaga sulla Russia

Rosario Aitala stabilirà se sono stati commessi crimini di guerra e di genocidio

CATANIA – Il processo per genocidio sarà deciso da un magistrato catanese. Rosario Aitala, giudice originario della città etnea, è stato infatti nominato parte del collegio della Corte Penale Internazionale che condurrà l’udienza preliminare sui fatti in Ucraina. Dalle decisioni di Aitala e dei suoi due colleghi dipende l’indagine della Corte sui crimini in corso in Ucraina.

Chi è Aitala

Il giudice della Corte penale internazionale è nato nel 1967 a Catania, dove ha compiuto i suoi studi in giurisprudenza e ha iniziato un dottorato di ricerca in Diritto amministrativo-tributario. Aitala si è poi spostato a Roma per specializzarsi in Protezione internazionale dei diritti umani e in Finlandia per la specializzazione in Stato di diritto e ricostruzione civile dei paesi in Stato di crisi.

Prima di entrare nella magistratura, nel 1997, Aitala è stato funzionario di Polizia. Poi ha trascorso diversi anni da pubblico ministero prima di dedicarsi alle istituzioni internazionali. Nel suo curriculum lungo 16 pagine compaiono, tra le altre, una collaborazione con la Commissione Europea per assistere il sistema giudiziario in Albania; un incarico da coordinatore del Programma giudiziario italiano per l’Afghanistan per il Ministero degli Esteri; una consulenza per lo stesso ministero per questioni legali e giudiziarie in aree di crisi, concentrandosi soprattutto su Afghanistan e Libia. A questi incarichi affianca anche quelli di docente di Diritto internazionale all’università Luiss. Nel 2017 Aitala entra nella Corte penale internazionale.

All’attività di docente e magistrato Aitala ha affiancato anche quella di saggista e conferenziere. Tra le sue collaborazioni più note quella con la rivista di geopolitica Limes, per la quale, oltre a realizzare dei saggi, è anche consulente scientifico.

L’indagine sul genocidio in Ucraina

Il magistrato catanese è stato nominato insieme ad altri due colleghi della Corte penale internazionale, Antoine Kesia-Mbe Mindua e Tomoko Akane, nell’udienza preliminare che si terrà sui fatti avvenuti in Ucraina. Secondo i meccanismi della Corte, infatti, un Procuratore, prima di aprire un’indagine, deve chiedere un’autorizzazione a procedere. Dopo che lo scorso primo marzo il procuratore Karim A. A. Khan ha annunciato la sua intenzione di aprire un’indagine, la presidenza della Corte ha investito della decisione proprio il collegio formato da Aitala e dai suoi colleghi, che dunque decideranno se sono stati commessi dei crimini e se deve essere aperta un’indagine sui responsabili.

La procedura per genocidio in Ucraina è stata aperta il 26 febbraio scorso in seguito a una richiesta dello stesso governo ucraino. Uno dei motivi annunciati dalla Russia per giustificare la propria invasione militare, infatti, era un presunto genocidio in corso nelle province del Donbass ai danni delle persone russofone da parte degli ucraini. Proprio per verificare la fondatezza di queste voci l’Ucraina ha chiesto un’indagine su tutti i fatti avvenuti all’interno dei suoi confini dal 2014.

I fatti di oggi

Se si arrivasse al processo, al suo interno verrebbero giudicati anche i fatti di oggi. Nel corso di un mese di guerra, infatti, sono emersi degli eccidi che diversi osservatori internazionali hanno classificato come crimini di guerra russi, come l’eccidio di Bucha, l’assedio di Mariupol, il bombardamento di ospedali in cui erano ricoverati dei pazienti, l’utilizzo di strutture civili per mettere al riparo materiali militari, l’intimidazione, il terrorismo e la violenza contro la popolazione civile.

Proprio la guerra ha spinto la Corte penale internazionale ad adottare una procedura d’urgenza per stabilire se in Ucraina siano avvenuti, e stiano ancora avvenendo, dei fatti che possono essere classificati come genocidio secondo le regole del diritto penale internazionale.


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