PALERMO – Con l’arrivo del decreto del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ratifica la nomina in conformità alla proposta del Consiglio di indirizzo, diventa operativa la nomina del maestro Marco Betta a Sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo di Palermo per i prossimi cinque anni.
Lagalla: “Buon lavoro a Marco Betta”
“Rivolgo il mio ringraziamento al ministro della Cultura Giuli per la firma della nomina, in conformità alla proposta del Consiglio di indirizzo, del maestro Marco Betta quale nuovo sovrintendente del Teatro Massimo ed esprimo personale apprezzamento per le significative parole che il ministro ha voluto manifestare in riferimento al ruolo che Palermo e il Teatro Massimo avranno in termini di rigenerazione culturale”. Così in una nota il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
“Al maestro Betta rivolgo il mio augurio di buon lavoro, convinto che l’amministrazione comunale e la Fondazione Teatro Massimo sapranno ancora camminare fianco a fianco per il bene del teatro, dei suoi lavoratori, del pubblico e della città, sempre più emotivamente attaccata al suo simbolo culturale e artistico più prestigioso”, conclude Lagalla.
Betta: “Profonda gratitudine”
“Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine al sindaco Roberto Lagalla, al presidente della Regione Renato Schifani e al ministro della Cultura Alessandro Giuli per la fiducia che hanno riposto in me con questa nomina”, dice Betta.
“Un pensiero di riconoscenza va anche al pubblico, che non mi ha mai fatto mancare il suo affetto e sostegno, dimostrando un amore incondizionato per questa straordinaria forma d’arte aggiunge -. Esprimo altresì soddisfazione per i lavoratori del Teatro che, sotto la guida del direttore esecutivo, hanno assicurato continuità amministrativa e artistica della Fondazione”.
Betta poi conclude: “Sono pienamente consapevole della responsabilità e dell’onore che questo incarico comporta. Con umiltà e determinazione, mi impegno a custodire e promuovere il nostro patrimonio culturale, valorizzando il talento e la passione che rendono unica la nostra tradizione”.