Ufficio stampa: la parola| alla Corte costituzionale

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24 Maggio 2013, 21:02

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PALERMO – Si arricchisce di un nuovo elemento il contenzioso che vede in campo da un lato la Regione Sicilia e dell’altro gli ex giornalisti dell’ufficio stampa, licenziati da Rosario Crocetta nel momento del suo insediamento a Palazzo d’Orleans. Il giudice del Tribunale di Palermo, Paola Marino, ha infatti disposto il rinvio degli atti alla Corte costituzionale per un giudizio di legittimità sulla legge che aveva portato all’assunzione di Giancarlo Felice e Gregorio Arena, i due giornalisti che facevano parte dell’ufficio stampa della Regione da oltre vent’anni.

“Quella di oggi è una vittoria – afferma Arena – bisognerà solo capire quale risultato specifico porteremo a casa. Di sicuro a a perdere è la Regione. Voglio sottolineare che durante il contenzioso il nostro comportamento è stato assolutamente rispettoso del lavoro dei giudici, non si può dire lo stesso della Presidenza, che ha fatto perdere sei mesi al tribunale in attesa di concretizzare una disponibilità alla transazione poi venuta meno”. Ad attaccare il presidente Crocetta è anche Giancarlo Felice: “Circa un mese fa sono stato contattato dal capo di gabinetto del governatore, che mi ha chiesto un incontro ufficiale – sostiene – in cui mi è stato proposto di ritirare il ricorso in cambio della riassunzione. Questo testimonia che da parte della Regione non c’era nessuna intenzione di giungere alla transazione nonostante gli annunci fatti”. Felice, tra l’altro, avrebbe raggiunto la pensione fra circa un anno, mentre l’eventuale transazione secondo quanto rendicontato da un parere chiesto dallo stesso giornalista, significherebbe per la casse della Regione Sicilia un esborso di almeno 250mila euro. Ancor di più invece quanto avanzato da Gregorio Arena: “Secondo il contratto nazionale il mio licenziamento prevede una serie di garanzie pari a circa 60 mensilità, maggiorate dal fatto che sono stato licenziato mentre lavoravo all’estero. La cifra si aggira intorno agli 800mila euro”.

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Rischia dunque di diventare un boomerang il licenziamento posto in essere dal governatore Crocetta, quanto meno nel caso specifico dei due giornalisti dell’ufficio stampa da più tempo in carica. D’altro lato invece non si è concluso l’iter della causa degli altri 19 caporedattori mandati a casa da Crocetta, in virtù del fatto che la loro assunzione – secondo il parere dello stesso presidente – era stata di natura meramente fiduciaria e dunque a tempo. Esprime intanto soddisfazione Gaetano Armao, ex assessore all’Economia del governo Lombardo e legale dei due giornalisti: “La sentenza della Corte costituzionale arriverà entro un anno, anche se l’augurio è che i tempi siano più ristretti”.

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24 Maggio 2013, 21:02

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