Mafia, condannato Grigoli | col boss Messina Denaro

di

31 Gennaio 2011, 20:11

2 min di lettura

Il tribunale di Marsala ha condannato a 27 anni e un mese di carcere il boss latitante Matteo Messina Denaro e a 12 anni l’imprenditore Giuseppe Grigoli, ex gestore dei punti vendita Despar nella Sicilia occidentale. Entrambi sono accusati di associazione mafiosa. Ritenuta la continuazione con una precedente condanna inflitta al capomafia e passata in giudicato, i giudici hanno per lui rideterminato la pena da scontare in complessivi 30 anni di reclusione. Grigoli, secondo l’accusa, avrebbe accumulato un patrimonio di centinaia di milioni di euro, investendo nei supermercati il denaro delle cosche trapanesi e, in particolare, del padrino di Castelvetrano, suo compaesano, e socio occulto.

I giudici hanno, disposto inoltre la confisca di beni per oltre 250 milioni di euro intestati all’imprenditore, ai suoi familiari e a prestanomi, già oggetto di sequestro penale. Sul patrimonio milionario dell’imputato grava inoltre un procedimento di prevenzione nato da un altro maxi sequestro di beni del valore di oltre 500 milioni di euro. I pm della Dda di Palermo avevano chiesto la condanna dell’imprenditore a 15 anni di carcere, mentre per Messina Denaro erano stati chiesti 8 anni in continuazione con una precedente condanna. Grigoli è stato arrestato a dicembre 2007. All’associazione antiracket di Trapani, costituita parte civile, il tribunale ha liquidato 50mila euro a titolo di risarcimento del danno. L’inchiesta che ha portato al processo venne condotta dal pm della dda di Palermo Roberto Piscitello. A sostenere l’accusa in giudizio sono stati i pm Carlo Marzella e Sara Micucci.

Articoli Correlati

Da titolare di una modesta bottega di alimentari, Grigoli ha costruito un vero impero. L’anno della svolta, per lui, secondo gli inquirenti, fu il 1974, quando un incendio, certamente doloso, gli distrusse il negozio. Fu allora che l’imprenditore avrebbe scelto i suoi referenti criminali e sarebbe passato dalla parte di Cosa nostra. In 30 anni il commerciante di Castelvetrano di strada ne ha fatta: ha spazzato via la concorrenza in mezza Sicilia, ha gestito in regime di sostanziale oligopolio la rete della distribuzione alimentare, ha aperto decine e decine di negozi Despar, tanto da meritare il soprannome di ‘re dei supermercati’. La prova dei suoi legami con le cosche, a dire dei pm, sarebbe addirittura cartacea. Nell’ultimo covo del boss di Corleone Bernardo Provenzano sono stati trovati una serie di pizzini in cui Messina Denaro si dava un gran da fare per tutelare gli interessi di Grigoli, dimostrando di conoscere a menadito addirittura la contabilità di un suo sperduto supermercato di Ribera, nell’agrigentino. Insomma, l’imprenditore sarebbe il “cassiere” del clan di Trapani, avrebbe riciclato il denaro sporco di Cosa nostra e dato lavoro, inoltre, a centinaia di persone vicine alla mafia o raccomandate dagli uomini d’onore.

Pubblicato il

31 Gennaio 2011, 20:11

Condividi sui social