Scure su Tabella H e precari|Salta pure il mutuo da 500 milioni

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26 Aprile 2012, 13:06

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Il Commissario dello Stato è intervenuto pesantemente sulla finanziaria, impugnando gli articoli 1, 6, 8 e 11. In totale, bocciate oltre ottanta norme. Tra le norme impugnate quelle riguardanti il mutuo da 558 milioni previsto dal governo. Falcidiata anche la cosiddetta “ex Tabella H”. La scure si abbatte anche sugli accantonamenti negativi e sugli interventi previsti sul fotovoltaico e sulle altre norme per gli investimenti. Stop all’assunzione di 22 mila precari nei Comuni. Probabile la pubblicazione sabato della legge senza le norme impugnate. Ma sarà necessario a questo punto una manovra correttiva. Intanto, l’Ars, proprio per discutere sul tema, s’è data appuntamento nel pomeriggio, alle 16,30. “L’impugnativa è molto, molto pesante”, ha commentato in Aula il presidente Francesco Cascio. E in effetti, gli interventi del Commissario hanno creato un buco che supera gli 800 milioni di euro.  A questo punto l’Ars è costretta a rimettere mano alla finanziaria. Il Parlamento ha solo quattro giorni per varare un nuova legge, altrimenti sarà commissariato dallo Stato. Ma il governatore Lombardo ha assicurato: “Non credo a questo rischio. Troveremo il modo di sistemare tutto. Certo, alcuni interventi del Commissario, come quelli riguardanti il mutuo, o il Fotovoltaico, che non sarebbe costato un euro ai siciliani, non li comprendo”. E la questione è stata al centro di una riunione di giunta a Palazzo dei Normanni. Alla fine della riunione, l’assessore Gaetano Armao s’è detto comunque tranquillo: “Bastano solo piccole correzioni”. L”impressione, adesso, è che si appronterà un ordine del giorno col quale impegnare il governo a pubblicare la Finanziaria senza le parti impugnate. Queste confluiranno invece in due-tre disegni di legge. Dovrebbe essere questa la soluzione per evitare il commissariamento: “Un’ipotesi – ha detto il presidente della Commissione bilancio Riccardo Savona – che non sta nè in cielo nè in terra”.

Stop al mutuo da mezzo miliardo e all’ex Tabella H

Gli articoli impugnati, quindi, sono quattro sui 14 totali della Finanziaria. Ma ogni articolo, nel testo giunto sul tavolo del Commissario, si compone di decine di commi. E il Commissario dello Stato Carmelo Aronica ne ha impugnati oltre ottanta.
Tra questi, come detto, il comma due del primo articolo: si tratta della norma che prevede la possibilità, per la Regione, di accendere un mututo di oltre 550 milioni. Dell’articolo 6, invece, bocciate, tra le altre, le norme che prevedevano lo stanziamento di 500 mila euro per gli “ex Pip”, ma soprattutto quelle riguardanti il finanziamento della cosiddetta “ex Tabella h” (i 33 milioni previsti per il 2012), e il comma col quale la Regione ha previsto un accantonamento negativo da circa 192 milioni, da colmare successivamente con la valorizzazione degli immobili, soldi con i quali erano previsti, col procedere della vendita, il finanziamentoda 75 milioni del Fondo delle autonomie, le spese per i trasporti e le isole minori (50 milioni complessivi) e la restante parte della Tabella h, appunto.

Impugnate le norme sulle concessioni. No al ticket d’ingresso
Impugnate le norme riguardanti il calcolo delle concessioni dei beni del demanio forestale e anche quelle riguardanti l’uso di immobili di proprietà della Regione. Bocciati anche i commi che “prevedono il rilascio di autorizzazioni o concessioni precarie di porzioni di sedi viarie appartenenti al demanio trazzerale per una serie di usi, alcuni dei quali anche attinenti ad attività imprenditoriali ed economiche, per una  ‘durata limitata’. La locuzione ‘avente durata limitata’”, scrive il Commissario, è di “estrema genericità”. “Salta” anche il ticket d’ingresso per le aree naturali e protette, nonché “per le isole che comprendono aree protette”. Questo ultimo inciso – scrive il Commissario – sembrerebbe determinare il pagamento di un biglietto di accesso alla stessa isola siciliana”. Insomma, sarebbe stato introdotto un biglietto d’ingresso per entrare in Sicilia.

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Bocciati interventi su fotovoltaico e riscossione
Sotto la scure di Carmelo Aronica è finito anche il comma dell’articolo 8 che prevedeva il “conferimento di immobili di proprietà della Regione, sino alla concorrenza di 800.000 migliaia di euro in un Fondo immobiliare a gestione separata da costituirsi presso l’Irfis-FinSicilia”, utile a coprire gli interventi per il fotovoltaico. La genericità della dizione ‘immobili di proprietà della Regione’ – spiega Aronica – non consente di escludere che fra gli stessi possano essere ricompresi beni appartenenti  al demanio ed al patrimonio indisponibile”. Bocciati anche gli articoli seguenti, che riguardano le garanzie a favore delle industrie garantite dall’Irfis stessa e le norme sulla riscossione, che prevedevano tra le altre cose, la dilazione fino a 99 mesi dei debiti. Abolita anche la norma che prevedeva l’abbattimento del tetto dei compensi per i dirigenti esterni. Una norma che aveva di fatto aggirato il limte di 250 mila euro per i direttori, appunto, esterni alla Regione. Una decisione, spiega il Commissario, in “controtendenza rispetto all’attuale politica statale volta al contenimento delle spese”. Nello stesso tempo, però, il Commissario boccia la norma che prevedeva un limite di compenso per i dirigenti degli enti collegati alla Regione (la materia è regolata, infatti, dai contratti collettivi).

Stop a norme su Agenzia per l’impiego, caccia, piani regolatori
Impugnata anche la norma che prevede, nel contesto dell’abolizione dell’Agenzia per l’impiego, la possibilità di sottoscrivere contratti quinquennali per “chiamata diretta” all’interno dei dipartimenti ai quali sono demandate le funzioni dell’Agenzia. Bocciate le norme sulle proroghe per la stagione venatoria e sull’incompatibilità per la copertura di incarichi pubblici per Sovrintendenti e direttori di teatri. Come previsto nei giorni scorsi anche da esponenti dell’opposizione, bocciate la norma che prevedeva per i piani di regolatori adottati ma non approvati, la possibilità di “aggirare” l’autorizzazione di valutazione ambientale strategica. La norma, infatti, scrive il Commissario, “introduce  un’ambigua disciplina per i piani regolatori in questione disponendo che gli stessi siano oggetto della procedura di verifica di assoggettabilità di cui all’art. 12 del Codice dell’Ambiente senza però prevedere gli ulteriori effetti di tale procedura, lasciando così intendere che la stessa sia sostitutiva della V.A.S.”.

Partecipate: no al trasferimento “diretto” dei lavoratori
Problemi anche nel contesto del riordino delle società partecipate. È stata impugnata infatti la norma che prevedeva il transito diretto del personale dagli enti in liquidazione in quelli rimasti in vita o sorti successivamente. Secondo il Commissario, infatti, non si può prevedere il semplice trasferimento, senza operare alcuna selezione utile a verificare le competenze dei lavoratori e le esigenze della nuova società. Abolita la norma che prevedeva la soppressione dell’Azienda regionale delle foreste demaniali, e quella sulla proroga agli Lsu. Il comma 102 dell’articolo 11 prevedeva invece una “generalizzata sanatoria per tutti i concorsi banditi ed espletati,  riservati a personale dipendente privo del requisito del titolo di studio, ma in possesso di professionalità acquisita all’interno delle amministrazioni”.

Nessuna stabilizzazione per i precari dei Comuni: “Serve il concorso”
Altra norma che aveva fatto molto discutere, era quella riguardante la possibilità per i Comuni di stabilizzare oltre 22 mila precari: niente da fare. Secondo il Commissario, infatti, la norma  si sarebbe risolta “in una deroga ingiustificata alla regola del concorso pubblico”.  Bocciato anche il pacchetto di dieci norme che prevedeva la possibilità di aprire nuova cantieri nei vari Comuni per opere pubbliche. Per questi interventi era prevista la somma di 180 milioni prelevati dal Fondo sociale europeo. Un finanziamento sul quale il Commissario avrebbe chiesto diversi chiarimenti al governo, mai arrivati. La scure del commissario arriva anche sulle norme per le vittime della mafia e l’istituzione dell’Ufficio  regionale della persona disabile. In quest’ultimo caso, però, non sono contemplate, “né la quantificazione degli oneri né la relativa copertura”.

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26 Aprile 2012, 13:06

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