24 Febbraio 2020, 17:37
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Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’assessore regionale ai Rifiuti Alberto Pierobon.
Gentile direttore,
ho avuto modo di leggere l’articolo in cui si sostiene che portare i rifiuti in discarica sia più conveniente che effettuare la differenziata e ho ritenuto necessario intervenire per chiarire alcuni aspetti utili a migliorare il quadro, soprattutto per evitare che i cittadini più scettici e restii alla raccolta differenziata possano trovare giustificazioni alla loro inadempienza.
Un sistema dei rifiuti interamente incentrato sulle discariche, come quello portato avanti in Sicilia fino a qualche anno fa, ha un grande impatto ambientale ed è contrario alle indicazioni dell’Europa che pongono in assoluto, come prima misura da attuare, proprio la raccolta differenziata.
Da quando questo governo si è insediato ha iniziato a lavorare per invertire la tendenza. Nel piano rifiuti, sulla base delle direttive europee sul riciclo, la raccolta differenziata è stata inserita al primo posto delle azioni da intraprendere nella gestione rifiuti. Nel giro di quasi due anni, grazie allo straordinario lavoro di Comuni e cittadini, abbiamo raddoppiato il dato della media regionale passato dal 20 al 40 per cento, percentuale che potrebbe essere molto più elevata se solo le grandi città iniziassero a crescere significativamente come sta già facendo per esempio Messina. Questo significa che abbiamo evitato di portare in discarica centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti e abbiamo contribuito al recupero di tonnellate di carta, di plastica, di vetro, di metalli. I Comuni inoltre ricevono dei pagamenti dai consorzi che recuperano questi materiali. Secondo i dati diffusi dagli stessi consorzi di filiera nei mesi scorsi, nel 2017 i sindaci avevano incassato circa 16 milioni e mezzo, mentre nel 2018 l’introito è salito a oltre 21 milioni. È ovvio quindi attendersi un ulteriore incremento dei pagamenti in base ai dati della raccolta differenziata del 2019. Discorso simile avviene per il compost prodotto dal trattamento della frazione organica e destinato all’agricoltura o al recupero ambientale o comunque non allo smaltimento.
Per quanto riguarda i premi erogati dalla Regione, questi non sono strutturali e funzionali a raggiungere la percentuale della raccolta differenziata, che ricordiamo è stabilita per legge, ma premiano chi si è impegnato nel superare l’obiettivo del 65%. E questi importi possono pure essere utilizzati per ridurre la Tari se si ragiona sul piano economico finanziario. Per fare un esempio, alcuni Comuni coi soldi delle premialità hanno acquistato dei mezzi portando a zero il costo annuale di affitto degli stessi, e diminuendo così il tributo.
Per quanto riguarda l’umido è giusto osservare che ci troviamo di fronte a una carenza di impianti di trattamento legata alla mancanza di programmazione dei governi passati, ma se non si riconosce il lavoro che stiamo facendo rischiamo di appiattire il dibattito e di non consentire ai cittadini di capire quale direzione virtuosa ha intrapreso la Sicilia e che tutti dovranno seguire per il loro bene. Stiamo lavorando di continuo, responsabilizzando tutti, dai tecnici e rup agli amministratori e Srr per accelerare al massimo l’iter per realizzare impianti pubblici già finanziati. Inoltre in giunta abbiamo stanziato ulteriori 100 milioni per finanziare nuovi progetti sempre pubblici.
Oggi, alla luce del fabbisogno, parrebbe che la capacità impiantista sia sufficiente anche se al limite. Il problema resta legato ai vari inceppi e situazioni improvvise che a volte vedono fermarsi o rallentare alcuni impianti, oppure a problemi giudiziari e sequestri. Stiamo intervenendo su questo fronte, lavorando sulle autorizzazioni, perché anche se un impianto è privato non può pensare di agire come vuole ad esempio facendo manutenzione e creando problemi a decine di Comuni. Su questo siamo intervenuti chiedendo anche pareri all’Ufficio legale e legislativo, come pure al ministero dell’Ambiente e all’Arera, e ci stiamo lavorando ancora. Siamo intervenuti pure sulla tariffa e tutte le questioni relative alla sua determinazione, e su altri aspetti non abbiamo esitato a segnalare alla autorità giudiziaria tutti i casi ritenuti anomali.
Resta il problema della dislocazione degli impianti, ma anche qui stiamo lavorando per garantire il principio dell’autosufficienza dei territori. Siamo stati costretti a commissariare alcune Srr per poter finalmente individuare le aree ove realizzare gli impianti.
Nel giro di qualche anno la situazione sarà nettamente migliorata e a quel punto i territori potranno decidere la soluzione più idonea per smaltire la piccola percentuale di rifiuto residuo. Ma quel giorno avremo un impatto ambientale estremamente ridotto, dei benefici economici per i Comuni e un consistente recupero dei materiali di consumo. Un risultato per cui vale la pena fare tutti oggi un piccolo sacrificio per garantire un futuro migliore a questa terra.
Ringraziamo per l’attenzione l’assessore. Il senso dell’articolo non era, ovviamente, che “che portare i rifiuti in discarica sia più conveniente che effettuare la differenziata”. Si voleva piuttosto attrarre l’attenzione sul paradosso per cui i comuni virtuosi che praticano la differenziata possono finire per affrontare costi più alti di quelli che non lo fanno. Proprio in ragione del problema legato agli impianti su cui il governo, ci fa sapere l’assessore, sta cercando di intervenire. Sa. T.
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24 Febbraio 2020, 17:37