Un affare a 5 stelle |Caltagirone vende gli hotel

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06 Marzo 2013, 11:28

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PALERMO – Chissà che cosa ne penserebbero Audrey Hepburn che al San Domenico di Taormina trascorse la luna di miele o Liz Taylor e Richard Burton che nello stesso albergo soggiornarono, cimentandosi pare in litigi furibondi. Chissà che cosa direbbe Guglielmo Marconi che in un vecchio registro di pergamena lasciò scritto: “Sperando di tornare”. Chissà. Perché adesso cinque gioielli dell’hotellerie siciliana (il San Domenico di Taormina, l’Excelsior di Palermo e quello di Catania, Villa Igiea e il Grand Hotel et des Palmes), che Francesco Bellavista Caltagirone mise in portafoglio nel 1998 acquistandoli dal Banco di Sicilia al prezzo-affare di 110 miliardi di vecchie lire, sono alla ricerca di un nuovo “padrone”. Qualcuno che, possibilmente, possa riportarli agli antichi fasti.
Qualcuno che possa rilevarli visto che Acqua Pia Antica Marcia è ormai a un punto di non ritorno. L’indagine della magistratura relativa alla costruzione degli approdi turistici ad Imperia e i debiti (pari ad oltre un miliardo di euro) accumulati hanno infatti messo con le spalle al muro l’impero di Francesco Bellavista Caltagirone, tracciando l’unica strada ritenuta percorribile: la liquidazione del gruppo (fatto di operazioni immobiliari in tutta Italia, alberghi di lusso, attività aeroportuali e porti turistici) e la richiesta di ammissione al concordato preventivo in continuità (strumento che il legislatore offre per affrontare e risolvere situazioni di crisi aziendale) per 26 delle 40 affiliate.
La valutazione di quegli alberghi è stata affidata alla Dtz. Che ha tradotto in numeri il patrimonio: il dettaglio delle valutazioni e la partita che si apre adesso sono al centro di un servizio che sarà pubblicato nel nuovo numero di “S”, in edicola da sabato. Nel quale si scopre che con quell’acquisizione, in fondo, Caltagirone ci ha guadagnato eccome.

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06 Marzo 2013, 11:28

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