Un albero, la festa del papà, l'amore per Giulio

Un albero, la festa del papà, l’amore per Giulio

Qualcosa è stato piantato, con la speranza che accompagna il dolore.
IL RAGAZZO UCCISO DAL CRACK
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(Roberto Puglisi, Palermo) Giulio, adesso, ha la consistenza di un albero, piantato nel terreno con tutto l’amore del mondo. Nessun vento potrà più strapparlo e portarlo con sé. Francesco, il suo papà, ha scritto in un post: “Vi racconto cosa è successo. Arriviamo a Gangi, ‘Liceo Salerno’. Cominciamo a parlare di Giulio, come se fosse lì insieme a me Vinci e Fra (anche se lo so che era con noi!), tutti i ragazzi vengono a salutarci affettuosamente con un bacio ed ognuno di loro ci racconta un episodio divertente del nostro Giulio, del fatto che faceva ridere tutti per le cose che faceva e diceva. Nel frattempo ad una ad una le insegnanti vengono a presentarsi parlando della straordinaria intelligenza di Giulio, con le lacrime agli occhi ci sussurrano: “Giulio qui stava bene”.

E ancora: “Entriamo in palestra, i ragazzi di molte classi erano già seduti sulle gradinate, ascoltano silenziosamente con le lacrime agli occhi. Intervengono diversi ragazzi che esprimono in modo unico quello che avevano condiviso con lui. Piantiamo insieme l'”albero Giulio”, accanto a me il preside che con delicatezza legge un pensiero di Buddha che più o meno recita così: ‘La nascita di una nuova vita che si esprime attraverso un albero è un nuovo inizio verso un percorso di conoscenza e di resurrezione, la nascita di un nuovo destino da condividere, la pace dell’amore nella condivisione del perdono'”.

E’ un racconto emozionato di quello che è accaduto ieri, quando Francesco Zavatteri e i suoi figli sono andati a Gangi e a Geraci Siculo, nei pressi di una scuola e di una comunità, a piantare due alberi per Giulio, ucciso dal crack. Stiamo raccontando il coraggio del dottore Zavatteri, che è un farmacista assai noto e apprezzato, e dei suoi figli affinché la morte di un ragazzo di diciannove anni sia l’occasione di un nuovo inizio. Stiamo raccontando dei suoi sforzi per costruire un centro di accoglienza per i ragazzi con problemi di dipendenze. C’è stata una serata al Teatro Massimo, per raccogliere dei fondi. Torniamo a raccontare oggi, nel giorno della festa del papà, che per il dottore Francesco assume un significato specialissimo. Qualcosa di inesprimibile tra il dolore e la speranza.

Il dolore e la speranza sono sempre necessari compagni di viaggio. Dove il primo ferisce, la seconda cura. Dove il primo lascia le sue orme, la seconda semina fiori e alberi. Giulio, adesso, è un albero. E nessun vento lo porterà via dal cuore di coloro che non hanno mai smesso di amarlo. Abbiamo bisogno di alberi, di speranze e di terra solida. E la politica ha bisogno di essere coerente, per risultare credibile. Il Comune ha preso un impegno nei confronti della famiglia di Giulio e delle famiglie che hanno figli a rischio per la droga. Siamo sicuri che sarà onorato. L’amore non deve ricevere una insopportabile delusione.


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