27 Gennaio 2013, 09:16
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Resto a Palermo o vado via? Chi di noi non si è posto almeno una volta nella vita questa domanda alzi la mano. Sono da sempre convinta che per chi nasce a Milano, il dilemma può semplicemente limitarsi a oscillare tra restare in Italia o andare all’estero pera nutrire il proprio talento. Un palermitano, invece, vive la scelta di allontanarsi dalla propria città in maniera tragica e senza mezze misure: atto d’amore o tradimento. E come in una storia d’amore complicata, il movimento richiesto è piuttosto un moto ondivago, difficile, fatto di andate e di ritorni, di tentativi, di errori e ripensamenti, un moto che deve fare i conti senza sosta con il magma bollente e fluido di un divenire senza sosta.
E di questo movimento ondivago è piacevolmente vittima Alli Traina, giornalista e scrittrice palermitana. Classe 1978, complice i suoi studi prima e il suo lavoro poi, Alli è stata in giro per il mondo a scrivere reportage di viaggio, articoli di costume e recensioni letterarie. Di certo sono le città a ispirarla: le strade, le piazze e mercati in cui si può sentire il suono del tempo, in cui si accumulano ricordi e storie che lasciano un segno in chi li percorre. Palermo, però, le rimane sempre impressa nel cuore, si trovasse pure all’altro capo del mondo.
“La mia capacità di innamorarmi di Palermo si potenzia ogni volta che me ne allontano- dichiara Alli Traina – All’inizio, quando vivo in un’altra città e mi rendo conto che spesso tutto è più facile, penso di aver fatto bene ad andarmene e mi chiedo come mai sono restata tanto tempo senza andare. Poi, all’improvviso, mi vengono in mente dei particolari della mia città.” E la distanza si sa, amplifica gli amori contrastati. “Come quando sei innamorato e vedi il volto dell’amata ovunque, così in viaggio io vedevo Palermo ovunque: la savana era uguale a certi paesaggi dell’entroterra siciliano, i boschi della Finlandia erano precisi a certi giardini palermitani, i palazzi dell’Havana a quelli del nostro centro storico. Quello che raccontavo alle persone incontrate in viaggio era proprio questo: provavo a convincerli che in ogni pezzetto di mondo c’era un ingrediente che apparteneva a Palermo. Era, naturalmente, il prodotto della mia fantasia. Ed allora tornavo ad avere nostalgia della mia città, .mi ricordavo della luce nelle fredde giornate invernali di sole. Fino a che non decidevo di tornare perché ho capito che non importa se Palermo è perfetta o imperfetta, quello che conta è la consapevolezza che questa città mi appartiene.
E così, tornata tra le braccia della sua Palermo amata, Alli continua a fare quello che ha sempre fatto per lavoro in ogni altra città: inizia a raccontarla, attraverso storie e aneddoti. Esattamente “101 storie su Palermo che non ti hanno mai raccontato” ( Newton Compton edizioni). Un successo letterario, ma anche e soprattutto un viaggio sempre nuovo e mai scontato in una Palermo, che oscilla tra un glorioso passato e un presente sgangherato. “Ho sempre scritto fin da quando ero piccolissima. La verità è che non saprei fare altrimenti: riesco a capire cosa penso e a immaginare le storie che mi piacerebbe sentire solamente scrivendole.”
“101 Storie… “ nasce così, tessendo una trama di facce e di luoghi che è possibile incrociare ogni giorno, in un luogo virtuale dove si uniscono le personalità più eclettiche e si annullano le distanze temporali e sociali. Un insieme vivido ed elaborato, fatto di colori ora forti, ora tenui, che possono ferire o riempire gli occhi. Pennellate a volte leggiadre, a volte meno, che delineano, spesso con tocchi surreali e di humor nero, relazioni, interrogativi, sentimenti ed esperienze, traendo linfa narrativa direttamente dal cuore pulsante della quotidianità palermitana.
Ogni storia nasce da amicizie sincere con i protagonisti che Alli di volta in volta ha intervistato. O semplicemente incontrato. “Come con Nizar Enzo Piccolo, un artista magnifico con cui mi incontro spesso alle 7 e 30 alla Taverna Azzurra della Vucciria. Insieme sorseggiamo un prosecco e guardiamo l’assurdo panorama umano che ogni giorno entra in scena solo per noi due!”
Alli però continua a pensare che da un momento all’altro si può andare, sperimentare se stessi in rapporto a un altro luogo, a voci differenti e abitudini nuove e poi si può scegliere di tornare e di nuovo di ripartire. Senza prendere una decisione definitiva. “Come una canzone di Vincio Capossela dice “nascosti nella sera partono treni ogni ora, partono ma non partiamo noi. Per quel che mi riguarda, non ho mai creduto nelle certezze, come per esempio l’affermazione “io vivrò sempre qui”: è possibile ma anche impossibile, la verità è che mi piace moltissimo cambiare idea e poi ricredermi!”
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27 Gennaio 2013, 09:16