26 Marzo 2024, 12:50
5 min di lettura
PALERMO – Si è svolta all’Ars la seduta, presieduta da Gaetano Galvagno, dedicata alla lettura della relazione della commissione regionale Antimafia sull’attività svolta durante il primo anno dalla costituzione dell’organismo parlamentare. In aula erano presenti il governatore Renato Schifani, i prefetti dell’Isola e il commissario dello Stato per la Regione. A leggere la relazione è il presidente dell’Antimafia, Antonello Cracolici. Nel suo primo anno di attività, la commissione regionale Antimafia ha svolto 55 sedute, avviando 14 inchieste. Settanta sono state le audizioni, l’Antimafia ha incontrato i nove prefetti della Sicilia e 19 tra procuratori capo e magistrati. Nelle sue tappe, la commissione ha sentito 302 amministratori locali, ha approvato due risoluzioni e ha stipulato un protocollo d’intesa. A seguire il dibattito d’aula c’erano anche gli studenti del liceo linguistico Ninni Cassarà di Palermo.
La costituzione di un Osservatorio sulla mafia per monitorarne le dinamiche è stata proposta dal presidente della commissione Antimafia siciliana, Antonello Cracolici (Pd). “La mafia sa tutto, sa per esempio quando e dove si svolgono le gare d’appalto – ha detto Cracolici -. Allora la creazione di un Osservatorio è necessario, non è tempo di arretrare, è tempo di rilanciare la lotta alla mafia”. Per fine anno Cracolici ha annunciato l’organizzazione di un evento con le associazioni antiracket della Sicilia.
“La mafia è cambiata, si inserisce nella pubblica amministrazione, nel controllo del territorio e lo fa per guadagnare e affermare il proprio potere: è finita la mafia della raffinazione della cocaina che poi veniva esportata. Oggi entra anche in certi grossi business, penso a settori in forte sviluppo in Sicilia, sappiamo bene che per alcuni investimenti siamo attrattivi. Ci sono aziende che presentano non con loro rappresentanti legali ma con classici lobbisti, figure che lavorano per ottenere le autorizzazioni. Io accenderò un faro, studieremo delle misure, pur nella libertà della trasparenza del rilascio delle autorizzazioni: ci accingiamo a sottoscrivere un atto di indirizzo sulla disciplina del rapporti tra la Presidenza, gli assessorati e e l’intermediazione. Dobbiamo reagire, con compostezza senza grandi proclami”. L’ha detto il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, intervenendo al dibattito all’Assemblea regionale sulla relazione di un anno di attività della commissione Antimafia siciliana.
“Sulla gestione dei rifiuti ce la stiamo mettendo tutta. Ringrazio il governo nazionale, l’assessorato regionale ai Rifiuti e chi ci darà un mano in Assemblea per la soluzione del problema. Sappiamo bene che ci muoviamo in un terreno in cui ci sono stati in passato interessi quasi monopolistici, però noi andremo avanti serenamente forti delle norme speciali che ci ha dato il governo e del sostegno dei sindaci e dei cittadini. Lo faremo con la schiena alta e sensibili alle istanze di questo Parlamento”.
“Ho sempre detto che la dialettica tra i partiti è importante, bisogna essere pronti ad ascoltare. Sul contrasto alla mafia la politica non può e non deve dividersi perché si fa un favore alla mafia. Il clima che registro è importante, accolgo l’analisi fatta dalla commissione regionale Antimafia, il governo la recepirà. Assicuro al presidente dell’Antimafia Antonello Cracolici e a tutti i componenti che ci faremo carico di esaminare con responsabilità le proposte della commissione perché hanno un senso concreto, sono credibili e hanno un significato. Ringrazio tutti i componenti per quello che hanno fatto e continueranno a fare”.
“Questa è la politica che mi piace – ha aggiunto Schifani -. Mai abbassare la guardia e non fare mai sconti a nessuno. La mafia si combatte aggredendo il patrimonio, perché la reclusione fa parte del pedigree del mafioso, è quasi un titolo. Il sequestro del patrimonio li fa impazzire”. Sul tema della gestione pubblica beni confiscati alla mafia, Schifani ha assicurato che si confronterà con l’Irfis/FinSicilia, braccio finanziario della Regione, “per verificare un eventuale misura per l’abbattimento dei tassi d’interesse per le aziende in amministrazione giudiziaria”. “Spesso l’amministratore giudiziario è scritto senza volerlo nella black list delle banche – ha aggiunto Schifani – È giusto che come governo regionale si possa fare una riflessione, attraverso l’Irfis”. Anche sulla carenza di sistemi di video sorveglianza e di personale tra la polizia municipale in tanti Comuni, come segnalato dall’Antimafia, il presidente Schifani ha assicurato che il governo interverrà anche attraverso i fondi Fsc per gli impianti di sorveglianza perché “si tratta di investimenti per la legalità e il controllo del territorio. La mafia deve sentire il nostro fiato sul collo. Dobbiamo dare segnali”, ha proseguito il governatore.
“Con delle piccole modifiche” le norme del collegato alla finanziaria regionale che riguardano le assunzioni delle vittime di femminicidio e la lotta al crack non saranno impugnate dal Consiglio dei ministri. “Sulla norma per la lotta al racket erano state fatte alcune obiezioni, noi l’abbiamo difesa e non sarà impugnata – ha detto Schifani -. Ci siamo confrontanti anche sulla legge per le vittime di femminicidio, che è di grandissimo impatto sociale: il governo nazionale ci aveva detto che sul tema serviva una legge-quadro di carattere nazionale. Ne abbiamo discusso, possiamo dire che questa norma, con una piccolissima modifica che faremo qui in aula, non verrà impugnata”.
“Ho voluto la presenza in aula degli studenti per il dibattito sulla relazione dell’Antimafia per cominciare un percorso di educazione culturale: su questo c’è stata piena sintonia col presidente Antonello Cracolici”. Così il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, parlando con i cronisti nella sala stampa dell’Ars. A Sala d’Ercole era presente una delegazione degli studenti del liceo linguistico Ninni Cassarà di Palermo.
“La relazione sull’attività della commissione regionale Antimafia fa emergere un contesto preoccupante ed accende i riflettori sui nuovi metodi con i quali la mafia e la criminalità si insinuano nel territorio siciliano – a dichiararlo è Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars -. Al tempo stesso però questa relazione rappresenta un prezioso patrimonio di inchiesta, anche sociale e politica, e di questo bisogna dare atto al presidente ed ai componenti della commissione che stanno portando avanti un lavoro importante e di alto livello”.
Pubblicato il
26 Marzo 2024, 12:50