Un anno fa la scomparsa di Giusy |Il fratello detective non si arrende

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13 Novembre 2017, 16:37

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PALERMO – “Più guardo quelle immagini, più mi chiedo con chi stesse parlando mia sorella. Vorrei sapere con chi era impegnata al telefono, cosa le stava accadendo in quei mesi. Potrebbe trattarsi di qualcosa collegato alla sua scomparsa, al mistero che ormai da un anno non mi dà pace”. Sono i dubbi e le domande di Salvo, il fratello di Giuseppina Francesca Ventimiglia, sparita nel nulla il 13 novembre del 2016 a Bagheria. E’ trascorso un anno dal giorno in cui è stata avvistata per l’ultima volta nella cittadina alle porte di Palermo, indossava una mantella rossa, si trovava in via Vallone Fonditore, all’altezza del bivio per Ficarazzi.

Da allora, Salvo non si è mai arreso e cerca la sorella senza sosta. Nonostante una realtà fatta di incertezze, silenzi e notizie col contagocce, non vuole perdere le speranze. E a quelle immagini “catturate” dalla telecamera mobile di Google utilizzata per realizzare le mappe virtuali consultabili su internet, dà molta importanza. Le foto scattate in via Capitano Emanuele Basile nel maggio del 2016, hanno infatti immortalato anche una donna. E’ seduta su un muretto, indossa un paio di jeans, una maglia nera leggera, scarpe sportive ed ha una fascia rossa sui capelli. Il volto, come in tutte le immagini di Google Street View, è coperto.

“Ma io so che è mia sorella – spiega Salvo Ventimiglia – perché la riconoscerei tra mille persone. Riconosco la corporatura esile, gli abiti, i capelli. L’ho notata per caso mentre consultavo le mappe di Bagheria. Ricordando che la via Basile rientra nella zona che spesso frequentava, mi sono soffermato. Ho prima notato Floriana, una persona che lei frequentava, nei pressi di un’agenzia scommesse. Poi ho individuato mia sorella. In quegli scatti è evidente che ha un cellulare in mano. Prima lo osserva, poi parla con qualcuno. Sono sicuro che tra la gente che frequentava qualcuno non dica la verità”. Una convinzione che ha spinto Salvo Ventimiglia a lanciare numerosi appelli tramite la trasmissione “Chi l’ha visto?”, a cui si è rivolto subito dopo la scomparsa della donna.

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Quella di un anno fa era una mattina come tante. Giusy, che dopo la separazione dal marito abitava con il padre e il figlio allora diciassettenne, si era alzata presto ed era uscita intorno alle 7,30, dicendo che sarebbe andata a prendere un caffè. “Prima di uscire – racconta Salvo – si era però vestita con cura, si era truccata. Non lo faceva mai, aveva sempre l’aria trasandata. Per questo credo dovesse vedersi con qualcuno”. L’incubo ha così inizio. Silenzi e reticenze si rincorrono. Gli indizi scarseggiano, la denuncia di scomparsa sembra non bastare.

Nei mesi successivi i carabinieri avviano una vasta operazione di pattugliamento, con tanto di nucleo cinofilo ed elicotteri che hanno battuto palmo a palmo il territorio. Ma niente, di Giusy nessuna traccia. “Dopo alcune settimane è anche stata perquisita l’abitazione di mio padre – spiega il fratello di Giusy – ma dalla Procura di Termini non siamo più stati informati. Nel frattempo la troupe di Chi l’ha Visto è tornata più volte, ma si è scontrata con l’omertà del paese”. Già, perché a preoccupare Salvo Ventimiglia, è soprattutto la presa di distanze da parte della comunità. “La stessa Floriana si è contraddetta più volte – dice – e nessuno si fa avanti, nessuno è mai andato dai carabinieri a fornire informazioni, nemmeno mio nipote che adesso vive tra l’altro in un’altra città. Mi sento solo, abbandonato, come se questa storia importasse soltanto a me. Mia sorella è una donna fragile, che alle spalle ha molti dolori e sofferenze. Qualcuno potrebbe avergli fatto del male”.

Intanto, il 31 ottobre Giusy ha compiuto 36 anni. “Non ho potuto abbracciarla per il suo compleanno – prosegue il fratello – mi sento molto scoraggiato. In questi mesi è stato raccontato di tutto, ma nulla è stato utile alle indagini. A quanto pare mia sorella frequentava diversi uomini, qualcuno l’ha vista salire a bordo di una macchina guidata da un certo Giuseppe, che nega tutto. Decine le segnalazioni che si sono rivelate false, compresa quella alla Caritas, dove mia sorella non è invece mai stata vista. Io e mio padre abbiamo bisogno di sapere qualcosa, chi sa cosa è accaduto a Giusy, per favore, parli. Vorremmo essere incoraggiati dalla procura, sapere di non essere soli, vogliamo la verità. Ci basterebbe almeno sapere che sta bene”.

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13 Novembre 2017, 16:37

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