04 Giugno 2015, 06:10
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PALERMO – Di patti o accordi politici non si parla nemmeno. Ma l’inedita convergenza è nelle cose. Ed è considerata molto più che una probabilità. In vista dei ballottaggi, infatti, Forza Italia e Movimento 5 Stelle condividono l’obiettivo di assestare un colpo al Pd in due simboliche roccaforti di sinistra: la Gela di Rosario Crocetta ed Enna, regno di Mirello Crisafulli. Nella città del governatore i grillini sfideranno col loro candidato Messinese l’uscente del Pd Fasulo. A Enna, i berlusconiani corrono con Dipietro contro Crisafulli. I rispettivi elettorati saranno ago della bilancia al secondo turno. E per battere il Pd l’elettorato a 5 Stelle e quello di centrodestra potrebbero incontrarsi.
“L’occasione è ghiotta”, ammette il grillino Giancarlo Cancelleri. Tra i 5 Stelle c’è grande entusiasmo. E grande attesa per i ballottaggi ad Augusta e Gela. “Ci siamo spesi moltissimo su quei territori”, dice Cancelleri. Due posti che hanno anche un valore simbolico per le campagne ambientaliste dei grillini. “Stiamo puntando sulla possibilità di vincere in entrambe le città. Scenderanno persone che ci daranno una mano. Aspettiamo Di Maio e Di Battista. Ma faremo anche il porta a porta per parlare ai cittadini”, dice Cancelleri.
Dove i 5 Stelle non vanno ai ballottaggi non ci saranno apparentamenti. “Ma in alcuni casi potremmo non stare zitti, prendendo posizione contro qualcuno – annuncia il deputato regionale nisseno -. Potrebbe essere una linea nuova. Ad esempio se penso a Enna… C’è l’opportunità di assestare un colpo di grazia a un sistema di potere. Ma non chiederemo nulla alla parte avversa di Crisafulli, che comunque dobbiamo valutare”. Una sorta di inedito asse tra 5 Stelle e Forza Italia? “Ma perché, esistono ancora?”, scherza Cancelleri.
Esistono, sì. Ma tra tanta confusione. Forza Italia è in pieno day after. La fronda contro Enzo Gibiino, dopo mesi trascorsi ad affilare i coltelli, è pronta a chiedere la testa del coordinatore. Lo ha fatto Marco Falcone dando quasi per scontato il cambio al vertice. “La sua investitura dall’alto è attenuata ed è inesistente il suo consenso da parte della base e della classe dirigente. Gibiino ha esaurito la sua funzione. E lo rappresenteremo a Berlusconi. Peggio di come siamo andati non si poteva, non siamo riusciti ad avere un solo sindaco di Forza Italia”, attacca il capogruppo all’Ars. Chiede una profonda riflessione sul partito anche Bernardette Grasso: “Ritengo che questa struttura organizzativa regionale debba ormai considerarsi conclusa”, dice la parlamentare.
La confusione tra gli azzurri è tanta. Non solo tra i berlusconiani doc, ma anche tra i fittiani. Il riferimento di Raffaele Fitto in Sicilia, Saverio Romano, al momento ha tirato il freno a mano. L’ex ministro pugliese prepara n nuovo gruppo di “Conservatori e riforisti” al Senato, ma non ha i numeri per battezzarlo alla Camera. Anche per la momentanea defezione di Romano, che avrebbe preferito la soluzione di un gruppo unico tra fittiani e seguaci di Denis Verdini, una pattuglia parlamentare che avrebbe un peso ben maggiore. Ma l’intesa tra Fitto e Verdini non c’è, e così Romano resta per il momento in Forza Italia malgrado le sue posizioni critiche sulla gestione del partito.
Gibiino dal canto suo parla di risultato “secondo le aspettative. Anzi, non mi aspettavo il dato di Enna, pensavo che la roccaforte del Pd fosse più consolidata. E invece c’è la volontà della città di voltare pagina, credo che il ballottaggio possa riservare sorprese”.
Il coordinatore ostenta serenità: “Debbo dire che c’è una tenuta dell’area moderata. Abbiamo avuto risultati positivi, a Barcellona, o in comuni minori. A Gela quattro liste con il 14 per cento. E noto che quella attesa valanga di Noi Salvini è invece da prefisso telefonico”. Un suo passo indietro? “Io ho rispettato le indicazioni dei territori, sostenendoli con fatica e senza risparmiarmi. Alcuni parlamentari la campagna elettorale non l’hanno fatta e questa è una nota dolente e negativa. Falcone? Non capisco come mai non commenta Bronte e commenta Gela. Dove al ballottaggio io non darò indicazioni ma ascolteremo i territori”.
Già, i territori. I voti forzisti saranno decisivi nella città del governatore, che può essere espugnata dai grillini. E la sensazione è che gli elettori berlusconiani siano più orientati a votare contro l’uscente Fasulo, innestando una dinamica che potrebbe funzionare a parti invertite – è questo l’auspicio sussurrato anche dalle parti degli azzurri – a Enna contro la candidatura forte di Mirello Crisafulli. La prospettiva è più che concreta. Tanto che ieri negli ambienti azzurri circolavano voci su un tentativo di Crocetta di portare i berlusconiani dalla sua parte nel ballottaggio gelese. I piani dei berlusconiani sembrerebbero altri.
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04 Giugno 2015, 06:10