Un buco da 38 milioni | Chiesto maxi-risarcimento

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02 Luglio 2012, 11:38

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Un risarcimento da 38 milioni da euro. Questa la richiesta che nei prossimi giorni piomberà sulla testa della Regione siciliana da parte della Termomeccanica ecologica, una società che fino a pochi anni fa faceva parte del gruppo Finmeccanica. La notizia è stata anticipata dal nuovo numero di “S”, in edicola da sabato 30 giugno.

Il motivo del risarcimento? È un progetto mai realizzato, nonostante sette anni di iter burocratico. Un esempio di come (mal)funzioni l’amministrazione regionale.

La vicenda riguarda la realizzazione di impianti di dissalazione nelle isole di Lampedusa, Linosa e Pantelleria. Un progetto voluto dalla stessa Regione siciliana che nel 2004 aveva indetto una gara per la realizzazione degli impianti utili a rifornire le isole della dotazione idrica necessaria al loro sostentamento.

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A vincere la gara, appunto, è la Termomeccanica. Ma si fa presto a cantar vittoria. Dopo più di sette anni, infatti, non solo quegli impianti ancora non esistono, ma nelle scorse settimane la società si è vista revocare l’aggiudicazione del mega-appalto. La giustificazione del veto giunto dal dipartimento Acque e rifiuti, suonava più o meno così: “Producete troppa acqua, ci costate troppo”. Peccato che quella produzione annua era stata concordata proprio con la Regione, sette mesi prima. Ma nel frattempo, nel 2011, la stessa Regione (con un governo diverso), decide di stilare un Piano dell’acqua per le tre isole. Un lavoro che dimostra come i bisogni di erogazione idrica per le Isole fosse di gran lunga inferiori alla quantità che avrebbe potuto produrre la Termomeccanica.

Intanto, però, mentre i sindaci delle isole lamentano (è il caso, ad esempio, del primo cittadino di Pantelleria) la carenza di acqua soprattutto durante i mesi estivi, la Regione continua a rivolgersi persino al Ministero della difesa. Una nave, che salpa periodicamente da Napoli, infatti, viene a portare l’acqua nelle isole di Lampedusa, Linosa e Pantelleria. Acqua “preziosissima”. Mentre, infatti, la Regione sborserebbe per l’acqua prodotta dai nuovi impianti qualcosa come tre euro al metro cubo, lo Stato paga l’acqua “napoletana” ben 14 euro al metro cubo.

Poco importa alla Termomeccanica ecologica che ha giurato battaglia: “In sette anni – spiega l’ingegnere a capo della società mandataria in Sicilia, la Gng – abbiamo speso un sacco di soldi. Senza contare il danno che stiamo subendo per il mancato investimento”. Alla ditta, infatti, era stata assegnata una concessione ventennale. Ma la Regione taglia corto: “Assegnare quell’appalto avrebbe creato una danno alle casse pubbliche”. E così, il prossimo appuntamento è in tribunale.

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02 Luglio 2012, 11:38

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