Cronaca

“Un colpo in testa per uccidere il pusher: merita l’ergastolo”

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18 Marzo 2021, 13:39

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PAKLERMO – Secondo l’accusa, Pietro Seggio merita l’ergastolo. Per i pubblici ministeri Giovanni Antoci e Guilia Beux sarebbe stato lui a uccidere Francesco Manzella.

Era il 18 marzo 2019 quando Manzella fu assassinato con un colpo di pistola alla testa in via Gaetano Costa a poche centinaia di metri dal carcere Paglirelli.

Manzella era il fornitore di droga di Seggio, che gestiva una pizzeria con i familiari a Brgo Molara, e dietro il delitto ci sarebbe stato un debito di 700 euro. Per mettere a tacere le pretese di Manzella l’imputato lo avrebbe ucciso. Vittima e presunto assassino si conoscevano da tempo.

Alla prossima udienza parleranno i legali della difesa, gli avvocati Giovanni Castronovo e Simona La Verde, secondo cui tre testimoni racconterebbero una verità diversa rispetto a quella sostenuta dall’accusa.

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La difesa ha cercato di minare la ricostruzione del movente. Il debito di 700 euro di cui si parla non erano legati alla droga (che Seggio pagava puntualmente), ma la cifra che Seggio doveva a Manzella per sdebitarsi di un favore. La vittima lo aveva aiutato a incassare l’indennizzo di un’assicurazione simulando un finto incidente. Gli aveva già restituito 1.300 euro dei duemila pattuiti.

Altro tema: dalle immagini di alcune telecamere piazzate lungo la strada gli investigatori ritengono di avere immortalato Seggio al volante di una Fiat Panda di colore bronzo mentre raggiungeva il luogo dove fu commesso l’omicidio.I legali dicono che nel quartiere circolavano altre macchine di uguale modello e colore.

La sorella di Seggio ha poi raccontato che la Panda, di cui lei è intestataria, aveva un problema alla frizione che ne impediva l’utilizzo.

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18 Marzo 2021, 13:39

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