29 Maggio 2012, 19:56
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Una mole di scommesse per migliaia di euro alla settimana. Pippo Provenzano non poteva fare tutto fa solo. E così aveva creato la rete degli “operatori” per le giocate. I nomi in codice sono stati trovati nella memoria del computer del braccio destro dell’architetto Giuseppe Liga, l’erede di Salvatore Lo Piccolo. Prossimo passaggio investigativo sarà risalire all’identità dei soggetti che si muovevano sul territorio del mandamento di Tommaso Natale: “G4”, “SAL”, “PINO”, “MATTEO”, “OL”, “STEF”, “SAL”, “SAL SC.”, “NICO”, “BAFFO”, “PAGA”, “MARIA”, “AB”, “DG”, “SILVIA”, “SAL-PIERA”, “STEFANIA”, “GIUSEPPE”, “S.L.” e “PAGANO”.
Si tratta di uno dei file della contabilità di Provenzano, trovata il giorno del suo arresto, il 14 novembre 2009. Grazie alla collaborazione del fratello Antonino, di Domenico Alagna e Salvatore D’Anna aveva creato quello che gli investigatori definiscono “un considerevole apparato logistico, nonché una forza militare di un certo spessore in grado di assicurarne la diffusione ed il controllo in tutto il mandamento di Tommaso Natale-San Lorenzo”.
Di strada Provenzano ne ha fatta parecchia. Da titolare di un negozio di ferramenta e del panificio Pane & Co Sas era stato scelto dall’architetto Liga. Una scelta su cui avrà pesato la sua parentela con Giuseppe Lo Verde, mafioso di vecchio stampo già condannato e arrestato di nuovo nel blitz Perseo del 2008. E’ stato il collaboratore di giustizia Salvatore Giordano, nel corso dell’interrogatorio del 27 gennaio 2011, a delineare in maniera precisa il ruolo di Provenzano: “In un primo momento Spina e Ferrara avevano gestito nel 2008 il gioco clandestino che poiché non rendeva bene, impose il cambio dei gestori. L’Architetto Liga stabilì che di tale attività illecita dovesse occuparsene Provenzano Giuseppe, così come effettivamente avvenne, tant’è vero che Nicola Ferrara mi disse di aver consegnato al Provenzano la cassa del gioco clandestino di quel periodo, ammontante circa a 7.000 euro, invero Ferrara rimase molto innervosito della decisione di Liga che gli aveva sottratto una rilevante fonte di guadagno. Provenzano si è occupato di riorganizzare il settore del gioco clandestino per tutti i quartieri di sua competenza, ovvero Partanna Mondello, Tommaso Natale, Zen e Pallavicino”. Resta coperto da omissis il nome di chi avrebbe preso il posto di Provenzano dopo il suo arresto.
La conferma alle accuse del pentito è arrivata dalle intercettazioni. Il 26 settembre 2009 alle ore Giuseppe Provenzano e il fratello Antonino parlavano di “cassa… pagati… rimasti… vinti…operatore”. Di denaro ne girava parecchio e si era pure verificato qualche prelievo non autorizzato. Ecco perché Giuseppe Provenzano diceva “no devo fare una cassa, ma come cazzo la faccio… devo fare un fondo cassa”. La situazione degli ammanchi andava ripianta al più presto, trattenendo una parte degli stipendi degli operatori e controllando in particolare i conti di “una cristiana”. Una donna, forse la stessa citata nell’elenco criptico degli uomini delle scommesse.
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29 Maggio 2012, 19:56