12 Giugno 2012, 19:28
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Sterpaglie e un immenso roveto lasciano appena lo spazio per accedere all’ospedale di Acireale, unico presidio sanitario per circa 100 mila abitanti alle falde dell’Etna. Qui sorgerà un inceneritore a biomasse che dovrebbe produrre energia elettrica in grado di alimentare l’intero ospedale. In una giornata in cui si sfiorano i trenta gradi all’ombra risalta ancora di più la mancanza di aria condizionata all’interno della struttura sanitaria.
Le porte restano aperte per tentare di favorire la ventilazione, il giardino è colmo di erbacce alte che fanno aumentare il rischio di incendi. Il nuovo inceneritore a biomasse che assicurerà il fabbisogno energetico all’ospedale sarà costruito dalla Cosedil, che si è aggiudicata l’appalto del ministero dell’Ambiente da 5,1 milioni di euro. Nei lavori sono compresi anche la sostituzione di infissi e la posa in opera di intonaci termoisolanti. Un progetto milionario, aggiudicato alla Cosedil fondata da Andrea Vecchio, icona anti-racket che pochi giorni addietro è stato nominato assessore regionale alle Infrastrutture da Raffaele Lombardo, di cui nessuno tra gli operatori sanitari del presidio di Acireale è a conoscenza.
Dal portinaio alla direzione sanitaria nessuno è stato informato, stesso discorso per infermieri e rappresentanti sindacali. Ma all’ufficio tecnico dell’Asp l’appalto è stato aggiudicato dopo una gara che ha visto in campo sei partecipanti. Una procedura durata oltre un anno, come spiega a Livesicilia Basilio Pecora, geometra dell’Asp che ha seguito ogni passaggio: “L’importo esatto è di 5,1 milioni di euro e stiamo facendo le verifiche per formalizzare il contratto con la Cosedil”.
I residenti, però, sono sul piede di guerra, hanno costituito un comitato e stanno studiando azioni legali per bloccare la realizzazione dell’impianto di incenerimento. A rappresentarli c’è l’avvocato Mario Giarrusso, leader del movimento anti-inceneritore che ha contrastato il vecchio piano dei rifiuti targato Cuffaro.
“L’inceneritore in questione – spiega a Livesicilia Giarrusso – per entrare a regime necessita di circa 30 tonnellate al giorno di biomasse e uno stoccaggio di circa 300 tonnellate di combustibili”. Silos e ciminiera non si addicono, secondo gli abitanti, a una struttura ospedaliera e c’è anche l’interrogativo sullo smaltimento delle ceneri. “In Germania – continua Giarrusso – le ceneri delle biomasse vengono stoccate insieme ai rifiuti nucleari, sono altamente pericolose, peggio ancora le emissioni che dovrebbero diffondersi dalla canna installata al centro dell’ospedale”.
Tra gli abitanti che protestano anche Angela Foti che sta affrontando il settimo mese di gravidanza trascorrendo le giornate sul web e animando la protesta su facebook. “Dopo aver contrastato gli inceneritori di Cuffaro in ogni angolo della Sicilia – racconta – mi ritrovo a combattere un nuovo inceneritore sotto casa”.
Alla Cosedil però Gaetano Vecchio, figlio di Andrea, getta acqua sul fuoco e attraverso Livesicilia risponde al sindaco di Acireale Nino Garozzo che si è schierato contro l’inceneritore. “Probabilmente il sindaco è stato informato male – dice Vecchio – questo inceneritore è frutto di un progetto sperimentale sotto l’alta vigilanza del ministero dell’Ambiente e corredato dalla certificazione di un importante progettista”. Si tratterebbe di un progetto “eco-sostenibile” secondo l’imprenditore Vecchio, un progetto a “emissioni zero” e “dal basso impatto visivo”. “La ciminiera – continua Vecchio – stando alle carte progettuali non incide sul paesaggio, ma soprattutto abbiamo vinto la gara puntando sulla riqualificazione energetica dell’intero edificio, dalle finestre all’intonaco coibentato che isolerà gli ambienti durante estate e inverno”.
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12 Giugno 2012, 19:28