25 Settembre 2016, 16:44
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GERACI SICULO – Una scommessa imprenditoriale che vuole valorizzare le “acque termali” della Sicilia e il settore del “benessere” sostenibile. Un progetto di sviluppo per le Madonie che potrebbe risollevare un territorio, quello dell’entroterra palermitano, “troppo spesso dimenticato” sebbene “ricco” di preziose risorse naturali: come le acque oligominerali che sgorgano nel territorio di Geraci Siculo. Ed è proprio dalle proprietà benefiche di quelle acque che Antonio Mangia, patron di Aeroviaggi e nuovo proprietario del “Pollina Resort”, l’ex villaggio “Valtur” di Finale di Pollina, intende gettare le basi per un nuovo programma di sviluppo territoriale: “Geraci Siculo come Fiuggi”, la capitale italiana del termalismo.
E’ questa l’idea di Mangia, di origine geracese e storico imprenditore del settore turistico-alberghiero di Sicilia: Aeroviaggi, infatti, con 15 strutture ricettive tra la Sicilia e la Sardegna è tra i primi tour operator nazionali per posti letto e con un volume di affari stimato di circa 72 milioni di euro annui. Un vero e proprio colosso del settore ricettivo italiano che oltre al turismo balneare, nel litorale di Finale di Pollina, ha deciso di puntare sul settore termale, con la costituzione di una società, la “Madonie Terme e Benessere”, start up nata proprio per realizzare un “complesso termale idropinico” (con annessa “struttura alberghiera da 100 camere”) a Geraci Siculo. E la proposta del centro termale sulle Madonie è stata rilanciata da Mangia anche nel corso delle scorse settimane. Infatti durante la rassegna “Incontri d’estate”, organizzata dalla locale associazione il Patto per Geraci, il patron di Aeroviaggi ha “riacceso” i riflettori sull’iter di costruzione del centro termale.
Un investimento da “cinque milioni di euro – come conferma Mangia a Livesicilia – e con una ricaduta occupazionale per il territorio di circa 80 nuovi posti di lavoro” tra personale dipendente e “maestranze” dell’indotto. “Sono legatissimo al territorio e ogni anno trascorro buona parte delle mie vacanze a Geraci Siculo – spiega Antonio Mangia – ed è proprio questo attaccamento che mi ha spinto a ricercare nuove strade in grado di produrre un forte richiamo turistico per le Madonie con la costruzione di un centro termale per le cure idropiniche”. E sull’idea di una “Geraci come Fiuggi” che l’imprenditore ha deciso di investire concretamente: agli inizi di quest’anno, infatti, la società guidata da Mangia ha acquistato per 300 mila euro (“dopo anni di lungaggini”), un area comunale di circa 15mila metri quadrati in contrada “Parrino” a Geraci Siculo, per la realizzazione di una struttura alberghiera all’avanguardia. Ma analoghe e “faticose” lungaggini burocratiche sono state “subite” anche per “l’autorizzazione allo sfruttamento delle sorgenti oligominerali”, di competenza dell’Assessorato Regionale all’Energia: sorgenti che risultano “necessarie” per il funzionamento stesso del centro termale.
Quindi problemi burocratici che rischiano così di far sfumare una proposta imprenditoriale seria e di evidente impatto turistico-occupazionale per il territorio delle Madonie. “Per ottenere la concessione di una sola sorgente da due anni partecipo a conferenze di servizi e incontri in assessorato che non hanno portato a nulla – commenta Mangia – ho fatto ricorso al Tar ma anche qui attendiamo una decisione”. Una “vicenda estenuante”, che ha portato in più occasioni l’imprenditore siciliano a volere “abbandonare il sogno” del centro termale a Geraci Siculo: “Io ormai non posso fare più nulla – aggiunge il patron di Aeroviaggi – l’iniziativa è davvero interessante e può essere un moltiplicatore di ricchezza, ma è tempo che la politica faccia la sua parte, aiutando gli imprenditori che investono nel territorio. Senza l’aiuto delle istituzioni – conclude Antonio Mangia – è davvero difficile fare impresa in Sicilia”.
La replica della Regione. “Le acque termali così come le acque minerali sono soggette alla normativa comunitaria e prevedono che l’affidamento delle sorgenti avvenga con gara di appalto pubblico. Ad oggi l’istanza della società di Mangia – spiegano dal Dipartimento regionale “Acque e Rifiuti” – riguarda un permesso di ricerca che è stata oggetto di ricorso da parte di un’altra società e per questo è stato sospeso in autotutela da questo Dipartimento. Allo stato risulta che il giudizio pendente davanti al Tar sia stato definito ad agosto con una pronuncia che da ragione all’attività del dipartimento che ha preventivamente sospeso il permesso di ricerca. Ora attendiamo la formale notifica della decisione per attivare gli atti consequenziali necessari e sbloccare definitivamente la vicenda. E’ interesse di questo Dipartimento – aggiungono – di concludere nel più breve tempo possibile la procedura amministrativa con la pubblicazione di una gara pubblica per la concessioni delle sorgenti come previsto dalla normativa comunitaria di settore”.
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25 Settembre 2016, 16:44