Un ministro in visita allo Zen | “Ma qui era un immondezzaio”

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28 Settembre 2018, 18:07

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PALERMO- Ripartire dalle attitudini degli alunni e non solo dalle capacità, ma soprattutto considerare la persona che sta dietro a ognuno di loro. Con la sua visita odierna, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha ridato ossigeno all’Istituto Comprensivo Statale “Giovanni Falcone” dello Zen di Palermo, dove stamattina ha siglato l’Accordo di Programma per il potenziamento e il miglioramento del sistema educativo siciliano, e si è promesso di fare lo stesso con l’intero sistema dell’Isola.

Un protocollo che prevede interventi a vari livelli su un istituto pilota e che, spiega Bussetti, “permetterà la diffusione del tempo pieno e prolungato, il potenziamento dell’offerta formativa relativa alle discipline curriculari di base, tecnico professionali e di lingue straniere, anche attraverso l’apertura pomeridiana delle scuole del primo e secondo ciclo, e la creazione di sportelli di ascolto e orientamento scolastico e professionale”.

L’accordo riporta la triplice firma del ministro, del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e dell’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Lagalla. Presenti anche Daniela Lo Verde, dirigente scolastica dell’istituto, Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone, e Giovanna Marano, assessora comunale alle Politiche giovanili con deleghe su scuola, lavoro e salute. Assente invece il sindaco Leoluca Orlando, sostituito proprio da Marano.

La scuola Falcone offrirà agli alunni la formula del tempo pieno, con orari di frequenza prolungati fino al pomeriggio e la conseguente permanenza a scuola praticamente per tutta la giornata. “Oggi inauguriamo un modello nuovo”, è l’incoraggiamento del ministro Bussetti, che concepisce la scuola come istituzione e strumento educativo a tutto tondo: “Attitudine non è capacità ma predisposizione”, commenta il ministro riferendosi alla scarsa attenzione che il sistema d’istruzione regionale e nazionale riserva a coloro che non vogliono proseguire gli studi dopo le superiori. E lo fa ribadendo interventi di collegamento tra scuola e lavoro previsti dal protocollo, e svelando anche ulteriori novità: “Sappiamo già che costruiremo un istituto superiore, un alberghiero turistico – spiega – ma ho già parlato con una compagnia di crociere per realizzare un ITS [Istituto Tecnico Superiore]”.

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Tra gli altri temi, il ministro dedica particolare attenzione al ringiovanimento del corpo docente, accelerando le procedure di impiego, così come alla messa in sicurezza degli edifici che non rispettano le norme in materia di edilizia scolastica. Misure di riparazione anche ai problemi dei disabili a scuola, con l’annuncio dell’avvio delle procedure per reclutare circa 10 mila insegnanti di sostegno. Tutti aspetti affrontati nel corso di un breve incontro con i segretari regionali di Flc Cgil, Graziamaria Pistorino, Cisl Scuola, Francesca Bellia, e Uil Scuola, Claudio Parasporo, che hanno richiesto interventi urgenti in merito a quattro priorità, esposte in un comunicato: “La messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici, il loro adeguamento e la costruzione di nuove scuole; il raggiungimento della media nazionale sul tempo pieno o almeno nel breve termine del 15/20% della copertura delle classi della scuola primaria, attualmente ferma al 7%; la trasformazione dei posti sul sostegno dell’organico in deroga in posti di diritto; la stabilizzazione del personale Ata che, complessivamente sotto organico, da anni vive nella precarietà”. “La maggior parte delle strutture – continuano i sindacati – risulta inadeguata, fatiscente e sprovvista di standard di sicurezza. Il tempo pieno è fermo ad un misero 7% a fronte di una media nazionale del 35.7%. Mentre oltre 7.000 insegnanti di sostegno e 8.000 tra ausiliari, tecnici e amministrativi vivono da anni nella precarietà, nonostante i posti ci siano e lo Stato potrebbe stabilizzarli a costo zero”.

L’accordo non riparerà in un giorno le criticità del sistema scolastico siciliano, ma l’intenzione è quella di risollevare le sue sorti un passo alla volta, partendo dallo Zen di Palermo. Il presidente Musumeci ha annunciato che gli interventi previsti dal documento sono in fase di riprogrammazione e i tavoli tecnici saranno operativi già da domenica per individuare le migliori modalità di utilizzo delle “decine di milioni di euro” sul tavolo. Senza risparmiarsi un duro attacco alla burocrazia: “Nella Pubblica amministrazione spesso capita di non essere protagonisti del processo di ricambio, perché c’è una certa pubblica amministrazione colpevole tanto quanto le organizzazioni criminali e il burocrate che fa ostruzionismo è da cacciare a calci nel sedere”.

Le condizioni tutt’altro che rosee in cui versa lo Zen sono agli occhi di tutti quando non c’è nessun ministro in visita. Lo racconta la preside Lo Verde, sia a margine dell’incontro istituzionale, sia mentre si alterna con gli ospiti della conferenza. “Fino a ieri la strada era un immondezzaio – fa notare la dirigente alla stampa ma anche allo stesso Bussetti – e tuttora, quando piove forte, l’acqua rimane agli ingressi della scuola e arriva alle caviglie”. E in effetti, uscendo dal perimetro dell’istituto, è facile notare come i dintorni siano stati sapientemente ripuliti in tempo per l’occasione. Rimane però il forte odore di spazzatura, così come l’evidente rivolo d’acqua fognaria che fuoriesce da un tombino di via Trapani Pescia, strada che anche Musumeci ha percorso per arrivare all’istituto. “Qui l’autostima (degli alunni), ndr è molto bassa, come se non meritassero attenzioni”, commenta la preside, che invita le istituzioni a “curare anche l’aspetto estetico perché se vedo bello, divento bello dentro anch’io”. La dirigente Lo Verde presiede anche l’Osservatorio Distretto 13, che monitora il fenomeno della dispersione scolastica in 33 istituti, e spiega come la dispersione scolastica sia ormai ridotta a numeri poco significativi, mentre continua a tener banco la mancanza di stimoli che tengano legati gli alunni al mondo dell’istruzione una concluso il percorso di studi.

E per evitare questo distacco, Bussetti punta sull’umanità: “Alunni, ma prima di tutto persone”, è la sua visione, condivisa dai protagonisti dell’incontro. “Dobbiamo intendere la scuola come centro di tante attività: teatro, sport, riunioni dei genitori, eventi per parlare di temi d’aiuto per l’educazione. Tutto ciò si può fare a costi bassissimi”. Persone, dunque, che hanno bisogno di speranza. In questo senso, la decisiva influenza della scuola si evince dall’aneddoto raccontato da Maria Falcone, la cui figlia ha frequentato proprio l’istituto in seguito intitolato a suo zio Giovanni. Protagonista la moglie di Vincenzo Scarantino, il “falso pentito” del processo Borsellino: “Lei era sotto la consueta protezione testimoni – racconta Maria Falcone – ma un giorno partecipò a un’intervista in cui disse: ‘Strano, i miei figli tornando da scuola hanno chiesto come mai Falcone e Borsellino lì vengono definiti eroi, mentre a casa da noi li chiamiamo pezzi di…’. Ecco, i bambini avevano capito la diversa possibilità di vedere le cose. La scuola questo lo può fare e lo fa”.

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28 Settembre 2018, 18:07

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