26 Aprile 2021, 19:32
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La collocazione dei centristi per i bookmakers equivale a una sorta di cartina al tornasole per capire dove tira il vento e scommettere su quale colazione vincerà le elezioni. Soprattutto in Sicilia. Si moltiplicano nelle ultime settimane le proposte di matrimonio per le formazioni moderate in vista delle prossime competizioni elettorali: le amministrative di Palermo e le regionali. Nicola D’Agostino, capogruppo dei renziani all’Ars e animatore del cantiere del grande centro che sta prendendo vita nell’isola, risponde ai “corteggiatori” lasciando intendere che non ci sono preclusioni ideologiche di sorta, anzi il campo deve essere più che ampio. Per intenderci, un “modello Draghi”. Nella speranza non celata che la Lega in salsa sicula sappia rinnovarsi.
Onorevole, a che punto è il cantiere del grande centro?
“I lavori proseguono con regolarità e costanza. Stiamo cercando di mettere insieme pezzi, mondi che fino a ieri andavano in direzioni anche divergenti e trovare un punto di approdo politico finale che deve finalmente consistere non soltanto nel raggiungimento di obiettivi comuni da raggiungere, ma soprattutto in una visione programmatica che deve mettere al centro la ripartenza della nostra economia nell’era post covid”.
Uno dei vostri obiettivi dichiarati nella carta dei valori era il ddl povertà.
“Sì, in effetti uno dei nostri pilastri del programma girava attorno al ddl povertà, cioè al riconoscimento di un’emergenza che era presente anche prima e che adesso si è aggravata. Serve a dare da mangiare a chi non ha cibo e serve a dare un alloggio a tanti senza tetto: questa è una scelta etica, di valori e di funzionalità sociale ed economica. Il fatto che questa iniziativa diventi un’iniziativa di tutti sulla base dell’input lanciato da Emiliano Abramo e raccolto dal presidente dell’Ars, a nome di tutti, credo che sia la risposta migliore che la politica possa dare in questo momento in Sicilia”.
A proposito di centristi. Siete molto corteggiati. Con il Pd il matrimonio s’ha da fare alle prossime regionali?
“Noi stiamo mettendo in piedi il nostro progetto e il nostro programma politico. Ci sarà modo e tempo per confrontarci con tutti i partiti presenti sullo scacchiere politico per confrontarne la compatibilità. Di sicuro non avremo né preclusioni ideologiche e neppure accetteremo proposte che non diano soluzioni ai problemi della Sicilia. E questo significa che devono essere proposte vincenti oltre che convincenti”.
Rispetto alle amministrative Palermo c’è stato un appello analogo. Che cosa pensate di fare?
“Palermo potrebbe essere l’occasione buona per testare la compatibilità con alcune forze politiche. Inutile nascondere che guardiamo a un fronte molto più ampio dei due schieramenti in campo: centrodestra e centrosinistra. Noi guardiamo a qualcosa che possa essere l’evoluzione della politica siciliana”.
Un modello Draghi?
“Sì, il modello Draghi. Questo modello si è adattato bene alla politica italiana. Può funzionare in Sicilia? Avrà uno sviluppo o finirà nei prossimi mesi? Noi questo non lo sappiamo e non possiamo legarci a schemi fissi, però è evidente che se a Roma abbiamo aperto un dialogo tra partiti che fino a un mese prima non avrebbero mai pensato di potere collaborare non vedo perché questo non possa o non debba avvenire anche in Sicilia”.
Lega compresa?
“Poi vedremo. Dobbiamo capire con quale Lega si parla. Se è quella che respinge a mare i migranti no. Con questa Lega non posso parlare.
E con la Lega siciliana?
“La Lega in salsa sicula mi sembra una cosa diversa e dovrebbe trasformarsi più che in un approdo per opportunisti in un’occasione e in una opportunità”.
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26 Aprile 2021, 19:32