22 Marzo 2013, 07:00
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PATERNO’. E’ calato il silenzio sulla scomparsa di Vincenzo Calcagno Giarrusso. Nessuno sa. Nessuno ha visto. Un insopportabile ed opprimente muro di gomma col quale la famiglia del ventitreenne paternese si è ritrovata a fare i conti. Scomparso nel nulla lo scorso 1 gennaio, il giorno di capodanno, Vincenzo non ha più fatto ritorno a casa. Una sparizione avvolta nel mistero perché non lascia aperta alcuna pista: nessun indizio concreto dal quale partire. Gli appelli della famiglia si sono fatti incessanti sin dal primo istante. Ma nulla alla fine è emerso. Niente di niente. “Vincenzo è stato dimenticato da tutti”, ci dice il fratello ventiduenne Filippo. Che poi prosegue con voce ferma e certa: “Tutti mi chiedono se ho novità ma nessuno sa dirmi però se sa qualcosa di mio fratello. Ed è impossibile che nessuno sappia”. Filippo è, ovviamente, molto legato a Vincenzo. Ed è per questo che da fratello intuisce che c’è qualcosa che non torna. Qualcuno che sa ma non dice. Non parla. “Qualcuno è certamente al corrente di dove sia Vincenzo: qualcuno sa ma non vuole dire niente. Di sicuro, lui non si è allontanato spontaneamente. Non se n’è andato volontariamente, sono sicuro che me l’avrebbe detto: così come ha sempre fatto. Ne ho sentite tante in queste settimane ed una cosa posso dirla: mio fratello non frequentava cattive compagnie”.
Vincenzo sin da quando aveva 1 anno e mezzo è talassemico al grado più alto. Ha bisogno di una trasfusione di sangue ogni quindici giorni e l’ultima della quale si ha conoscenza è stata effettuata lo scorso 28 dicembre. Stando alle indagini dei carabinieri il 23enne paternese non si sarebbe presentato in alcun ospedale. Un dato inquietante che però non può chiudere la porta della speranza. Vincenzo era diventato papà da appena due mesi al termine di una relazione tormentata tanto da non essere riuscito a conoscere il suo pargolo. Sul braccio si è fatto tatuare, però, il nome: “Matteo”. Nel frattempo, dal giorno della scomparsa ad oggi, sono stati organizzati pattugliamenti da parte delle associazioni di volontariato; allestite fiaccolate per sensibilizzare la città. Nulla, però, si è mosso.
Le indagini, intanto, proseguono. E le parole dei familiari, di Filippo in particolare, riecheggiano come un monito per chi ha costruito un muro di omertà che sinora non ha dato segno di cedimenti: “Vincenzo non aveva motivo di allontanarsi. La verità deve venire a galla”.
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22 Marzo 2013, 07:00