25 Luglio 2019, 20:35
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PALERMO – Per i teatri, gli enti e le associazioni a partecipazione pubblica sta per essere messo in palio un tesoretto di 3,5 milioni. Anche quest’anno il governo regionale ha approvato il bando per il riparto delle somme del Furs, il fondo unico regionale per lo spettacolo, uno degli strumenti con cui la politica ha sostituito la tabella H. Dopo l’eliminazione dell’allegato al bilancio regionale, infatti, sono stati inseriti degli strumenti che hanno erogato le risorse attraverso dei bandi. Ma all’Ars, sotto le sembianze del Collegato la Tabella H è tornata e proprio nel ddl che prevede contributi per tutti, infatti, che i deputati assai probabilmente troveranno terreno fertile per fare marchette.
Fra qualche giorno quindi gli enti a partecipazione pubblica potranno così presentare le pratiche per il riconoscimento delle somme all’assessorato di via Notarbartolo per il bando varato dalla giunta. Quasi contemporaneamente però a Palazzo dei Normanni ci sarà un altro concorso per distribuire risorse contributi, quello dei deputati che fino a lunedì prossimo potranno presentare gli emendamenti al collegato al Collegato uscito fuori dalla quinta Commissione. Un disegno di legge che prevede oltre sei milioni e mezzo di risorse per ogni finalità dai Comuni con i siti Unesco ai Teatri passando per associazioni antimafia, facoltà teologiche e istituti per ciechi.
E che i deputati faranno la corsa per “tutelare gli interessi del territorio” e fare “ciascuno il suo”, d’altronde lo dice anche il non detto, con tanto di sbotto in risata, fra il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e il presidente della commissione Cultura Luca Sammartino. Quest’ultimo infatti, nell’ultima seduta, avrebbe chiesto un termine più ampio per gli emendamenti più ampio, di circa una settimana, che però è stato negato da Miccichè che ha risposto: “Oggi è mercoledì e stiamo dando tempo fino a lunedì. La prego”. Insomma, che c’è abbastanza tempo, meglio non esagerare.
Intanto, come detto, per gli enti è pronta già la torta del Furs che viene divisa, come lo scorso anno prima fra enti pubblici e enti privati e poi all’interno della prima categoria, al 78 per cento per gli enti del settore lirico-sinfonica e musicale e al 22 per cento fra i teatri di prosa e danza. In termini di risorse per il settore musicale sono in palio 2,7 milioni mentre per il settore della prosa e della danza le risorse sono 783 euro. A questi inoltre potrebbero aggiungersi i soldi ancora collegati nella Finanziaria: un altro milione e 600mila euro.
Per partecipare gli enti dovranno presentare delle relazioni sulle attività, il bilancio consuntivo del 2018 e quello preventivo per quest’anno e dovranno inoltre dimostrare che se i conti non sono in regola c’è un percorso di risanamento. Le risorse messe a bando saranno erogate però sulla base di due criteri: il primo è il valore delle entrate nei bilanci 2017-2018, e quindi in base alla grandezza dell’ente; il secondo criterio invece sarà sulla base della valutazione di alcuni criteri da cui si otterrà una graduatoria.
Ad esempio saranno maggiormente premiati gli enti che hanno un rapporto basso fra le entrate della Regione e le entrate degli altri enti pubblici. Altro criterio sarà quello degli spettacoli: sei punti vanno a chi ne ha fatti più di 90, 4 agli enti che ne hanno tenuti fra 60 e 90, due punti saranno attribuiti invece alle fondazioni o associazioni che hanno fatto fra i 30 e i 60 spettacoli. Sotto questa sogli invece non ci sarà punteggio.
Gli indicatori però non finiscono qui. La Regione prenderà in considerazione le produzioni dell’ente nell’ultimo biennio, la presenza con spettacoli nelle aree archeologiche e nei luoghi della cultura, il numero delle attività sociali svolte, l’incremento degli incassi del botteghino e il rapporto fra indebitamento e uscite. E ancora, fra i criteri ci sono la rinegoziazione del contratto integrativo aziendale, il costo del personale, le sponsorizzazioni, gli spettacoli per ragazzi e per citarne solo un altro indicatore la realizzazione di opere di siciliani. Insomma gli enti dovranno dimostrare di essere stati amministrati bene e di avere costruito un’offerta culturale su misura che rispetti i criteri fissati dalla Regione. Di tutto questo però all’Ars non ci sarò bisogno, dove il concorso ha altri criteri.
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25 Luglio 2019, 20:35