23 Febbraio 2021, 06:05
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PALERMO – C’è un uovo pannello attraverso cui la mafia controlla la raccolta delle scommesse sportive nel mandamento di San Lorenzo. Dopo le inchieste e i sequestri degli anni scorsi Cosa Nostra si sarebbe riorganizzata perché il business delle agenzie è vitale per le casse dell’organizzazione.
Le indagini della Direzione distrettuale antimafia e dei carabinieri del Nucleo investigativo sono sulle tracce dei “master” e cioè di coloro che gestiscono il pannello e i guadagni. Le puntate dei giocatori vengono raccolte in agenzie apparentemente legali e poi scaricati su alcuni siti esteri.
Gli investigatori stanno mettendo insieme una serie di tasselli. Il primo a parlarne è stato, nel luglio 2019, Giuseppe Vassallo, un nome già emerso in altre indagini, con Pietro Ciaramitaro, uno degli arrestati dell’ultimo blitz che ha colpito il mandamento di Tommaso Natale. “… ha un bello pannello che già ha i giocatori… io gli ho fatto una proposta mettiti con me… mio fratello gli ha detto io metto l’agenzia e tu metti il lavoro”, diceva Vassallo.
All’indomani i carabinieri hanno registrato alcune conversazioni in cui si faceva riferimento a delle mazzette di denaro. Il sospetto è che fossero il provento degli affari di una serie di agenzie aperte per conto di Antonio Vitamia, uomo forte a Tommaso Natale e pure lui arrestato nell’ultimo blitz.
Ce n’era abbastanza per mettersi alle calcagna di Vassallo e Vitamia che all’indomani erano insieme in macchina. Raggiunsero i padiglioni dello Zen 2 rendendo impossibile il pedinamento. Le successive intercettazioni svelarono che Vassallo, temendo di essere fermato, si è disfatto di qualcosa di molto prezioso: “… ho perso soldi, oro perché… perché non glieli puoi giustificare specialmente allo Zen pensa che tu hai questi soldi ti stai comprando droga… ho detto guarda … poi arrivato ad un certo punto, non mi ha visto nessuno, ho preso … i brillanti e li ho buttati nel… nell’immondizia, ho detto male che va poi me li vado a prendere”.
Nel febbraio successivo era il boss di San Lorenzo, Giulio Caporrimo, a dire che Giuseppe doveva consegnargli 1.000 euro a settimana. Probabilmente parlava proprio di Vassallo e i soldi erano la percentuale sulla raccolta delle scommesse. C’era chi si era rivolto a Caporrimo per capire se dovesse “bloccarlo o meno” il nuovo pannello.
Infine nel luglio 2020 Cusimano e L’Abbate discutevano dei soldi che “il pacchione” non aveva ancora versato. Facevano i nomi di “Ivan” e “Filippo” altre due pedine del giro di scommesse.
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23 Febbraio 2021, 06:05