Un padre professionista |Ecco chi è l’orco del web

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01 Agosto 2014, 17:49

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Marisa Scavo

CATANIA – Non sarà stato facile per i pm che operano nel gruppo antipedofilia e reati contro i minori della Procura di Catania, coordinato dall’aggiunto Marisa Scavo, lavorare a questa inchiesta dai tratti aberranti. Bimbi, innocenti, torturati, seviziati e stuprati per soddisfare gli appetiti dei pedofili del web, che a colpi di mouse cercano materiale pedopornografico da accumulare nella loro collezione.

Persone al limite della devianza, ma che in apparenza sono uomini e donne comuni. Insospettabili, come il 43enne di Imola arrestato insieme a un milanese di 63 anni, proprio nell’ambito dell’inchiesta eDonkey2000 condotta dalla Procura di Catania e dalla Polizia Postale.

Allora chi è l’orco? Il nome, come sempre in questi casi,  non è stato reso noto. Nessuna tutela al pedofilo, ma solo difesa delle vittime, dei figli, dei familiari. Un atto più importante di un volto stampato nelle prime pagine dei giornali e che causerebbe nelle vittime ferite ancor più profonde di quelle già create dalle violenze subite.

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E’ sposato ed ha un figlio. Vista l’età di appena 43 anni dell’arrestato, quel bambino avrà più o meno la stessa età delle vittime protagoniste dei video. La sua fedina penale è candida: incensurato, per usare i termini da giurista. Il 43enne lavora come tecnico di laboratorio in una struttura ospedaliera della provincia di Bologna. Nel suo computer gli agenti della polizia postale di Bologna,  che hanno eseguito l’arresto, hanno trovato una “ingente quantità di materiale pedopornografico dal contenuto raccapricciante”.

Sarebbe l’imolese l’architetto dell’orrore sul web. Sarebbe stato lui a caricare attraverso il programma ‘eDonkey2000′, software di file sharing, video e foto con protagonisti le innocenti vittime, bambini di tenera età. File che poi sono stati scambiati con gli altri indagati, alcuni di questi identificati grazie alla coIlaborazione della polizia tedesca. I filmati erano così inequivocabili che gli agenti lo hanno arrestato in flagranza. Provvedimento già convalidato anche dal Gip.

Retroscena inquietanti quelli che emergono da questa indagine, tutt’altro che conclusa. Infatti agli investigatori spetta ancora di analizzare e studiare altri video, altre foto e altro materiale pedopornografico. Quello sequestrato oggi durante l’operazione.  Potrebbe, dunque, aumentare il numero degli indagati. La Procura di Catania ha centrato un obiettivo importante, anche se rispetto all’intricato mondo di internet rappresenta (forse) un granello di sabbia.

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01 Agosto 2014, 17:49

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