12 Marzo 2016, 15:21
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PALERMO – Partecipare alle Olimpiadi con il compito di mantenere in forma gli atleti. Onore e onere che si fondono in un’esperienza più unica che rara, da conservare tra quei ricordi di un percorso professionale già ricco di soddisfazioni e che giorno dopo giorno si avvicina al coronamento di un sogno. Ci sarà anche il medico palermitano Luciano Marchese nello staff della nazionale di vela che prenderà parte ai Giochi di Rio de Janeiro, in programma dal 5 al 21 agosto. L’emozione è grande quando mancano poco meno di cinque mesi all’inizio della kermesse: “Ricevere questa convocazione a 44 anni costituisce un traguardo importante, impossibile nascondere l’emozione – ammette Marchese –. Per me è motivo d’orgoglio poter rappresentare il tricolore ai massimi livelli dello sport”.
Una presenza necessaria con un ruolo ben preciso: tenere in forma gli azzurri chiamati a gareggiare per una medaglia. Un ruolo dietro le quinte, contribuendo a rendere competitiva la selezione italiana. Marchese è conscio delle responsabilità che lo attendono: “Il mio ruolo sarà quello di osteopata e fisioterapista, per monitorare lo stato di forma degli atleti. Inoltre, ho appreso gli aspetti principali di alcune tecniche di mental coaching che possono tornare utili in alcuni momenti specifici. Sottoporre gli sportivi a trattamenti medici, siano anche semplici massaggi, al termine di una giornata intensa o di una gara non è semplice: spesso un atleta può risultare esausto e non vedere l’ora di finire. Ecco perché bisogna utilizzare bastone e carota per non incidere negativamente sulle prestazioni e, di conseguenza, perdere di credibilità”.
Non solo un rapporto tra medico e paziente. In un ambiente ristretto come quello di una nazionale, figure ritenute tradizionalmente distanti finiscono per costruire un rapporto solido anche sotto il profilo umano: “Ritengo sia molto importante il rapporto che si viene a creare con chi gareggia – afferma Marchese –. Da semplici medici, diventiamo anche angeli custodi, confessori, amici: punti di riferimento nei momenti di tensione”. L’esperienza, in tal senso, rappresenta una garanzia: l’osteopata può infatti contare su un curriculum di tutto rispetto, con un passato nel settore giovanile del Palermo calcio e alcune parentesi professionali con tennisti e pugili. Dopodiché la vela, con appuntamenti di portata mondiale già alle spalle. Sport e medicina che si fondono, per un modo sano di affrontare l’agonismo anche ad altissimi livelli.
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12 Marzo 2016, 15:21