Un papà e la sua festa all'Ismett: "Così ho ridato la vita a mia figlia"

Un papà e la sua festa all’Ismett: “Così ho ridato la vita a mia figlia”

La storia di una famiglia che ha trovato un miracolo a Palermo.

PALERMO-. Un papà è per sempre. La sua tenerezza è più tenace di qualunque avversità. Il suo amore non impara mai il confine. La sua generosità soffia in ogni respiro. Petre ha trent’anni, a Bucarest lavora come consigliere giuridico. Ha una moglie e una figlia che sono la luce dei suoi occhi. La bambina, appena cinque anni, era a rischio per una patologia al fegato. I medici di Ismett l’hanno salvata con un trapianto, a Palermo. E’ stato Petre il donatore, come abbiamo raccontato qui. E adesso ascoltiamo la storia dalla sua voce in fondo a un telefono, mediata dall’interprete.

“Si è subito capito che potevo essere io a donare una parte del mio fegato – comincia così il racconto -. Ma, affinché fosse possibile, avrei dovuto smettere di fumare. Ho buttato l’ultima sigaretta, senza accenderne più. Mi chiedi se è stato difficile? Forse. Ma ora la domanda te la faccio io: c’è qualcosa che un genitore non farebbe per i suoi figli? La nostra stella sta male da quando è nata, ha già subito un intervento e stava leggermente meglio. Come potevamo aiutarla? I dottori di Bucarest sono stati chiari: è necessario il trapianto”.

Inizia una comprensibilmente affannosa ricerca sul web. Tutte le strade approdano all’Ismett. “Non abbiamo perso un momento – dice Petre -, abbiamo mandato una mail ed è cominciato il cammino”. Disagevole, in tempo di pandemia. Ma in questa storia ha trionfato la buona volontà di tutti, Ministero della Salute compreso: “Tanti si sono messi a disposizione e noi siamo grati”.

La patologia è un’atresia delle vie biliari, una malattia rara che comporta l’accumulo di bile nel fegato e porta, di conseguenza, a insufficienza epatica terminale. L’intervento ha successo.

“Le condizioni sono ottime – dice il professore  Jean De Ville De Goyet, direttore della chirurgia addominale pediatrica di Ismett fra pochi giorni ci saranno le dimissioni. Il trapianto da vivente rappresenta ormai una valida alternativa di cura per questi piccoli pazienti che non possono attendere i lunghi tempi delle liste d’attesa”.

“Sono felice – dice Petre – rinasco per la quarta volta”. Quante altre volte sei nato? “Quando ho saputo che mia moglie era incinta, quando mia figlia è venuta al mondo, quando abbiamo iniziato a sperare. E adesso perché l’operazione è andata bene e ho ridato la vita alla mia bambina”.

E poi si rilassa questo papà rumeno, nel giorno della sua festa. Si parla di calcio. Di Helmuth Duckam, grande portiere, che parò una caterva di rigori in una finale di Coppa Campioni. Di Lacatus, di Boloni, di Hagi. E le ombre di ieri sembra che non siano mai esistite.


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