29 Dicembre 2014, 08:30
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PALERMO – Il 2013 è stato un anno infausto, il 2014 è stato l’anno della rinascita. Parole e musica di Maurizio Zamparini, che nel giro di un anno ha riscattato al meglio il periodo più buio della sua gestione e ha riportato non solo il Palermo in serie A, ma anche in lotta per delle posizioni di classifica che fanno sperare a qualcosa in più della semplice salvezza. Il tutto mantenendo una inconsueta “calma” sul fronte allenatore, con Iachini quasi mai messo in discussione e con qualche scossone soltanto in ambito dirigenziale, senza creare grossi pericoli per la guida tecnica.
D’altronde Iachini l’ha scoperto lui. Ipse dixit. E se è vero che lo considera alla stregua di un figlio, non si poteva certo pensare di abbandonarlo alla minima difficoltà. Questa è stata probabilmente la vera forza di Zamparini nella risalita del 2014, ovvero quella di portare la fiducia al proprio uomo di campo ad un livello mai visto prima. Il rapporto tra il presidente e Iachini non ha eguali nella storia recente del Palermo: l’amore-odio con Guidolin e le frizioni con Delio Rossi non sono state (finora) replicate col tecnico marchigiano, per il quale è arrivato solo qualche rimprovero nel dopo Empoli, seguito sempre da una rassicurazione: “Il tecnico non rischia, lo posso garantire”. I risultati, ad oggi, gli danno pienamente ragione.
Meno clemente è stato invece lo Zamparini conosciuto dai suoi dirigenti in questo anno da record. Il primo a farne le spese è stato Giorgio Perinetti, che si è visto “rimpiazzato” da Franco Ceravolo, sebbene le intenzioni del patron rosanero fossero inizialmente quella di una simbiosi tra i due: nulla di concretamente realizzabile, tant’è che alla fine è Perinetti a fare le valigie e a lasciare a Ceravolo il timone per il mercato estivo. L’ex direttore sportivo del Guangzhou però si limita appunto a questo, a fare il mercato prima dell’inizio del campionato, perché dopo la sconfitta di Empoli salta la sua testa e non quella di Iachini. Il terzo e ultimo nome è quello di Dario Baccin, promosso dal settore giovanile, a cui è stata data fiducia senza affiancargli nessun pezzo da novanta come inizialmente ipotizzabile.
È stato, infine, il solito Zamparini lunatico al momento di rilasciare dichiarazioni. L’euforia estiva per un “Palermo da Europa, come quello di Guidolin” si è esaurita ben presto. Dopo la scoppola casalinga subita in Coppa Italia per mano del Modena, infatti, il patron corresse il tiro parlando di salvezza. Una linea mantenuta fino alla striscia di otto risultati utili consecutivi, che ha rilanciato le ambizioni del presidente rosanero: “La speranza è che il 2015 possa darci qualcosa di diverso rispetto alla salvezza”. Sarà il tempo a dire se Zamparini avrà ragione anche nel 2015. Di sicuro, nel 2014, ha centrato con merito tutti gli obiettivi.
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29 Dicembre 2014, 08:30