Un patto intercomunale per |l’emergenza idrogeologica

di

05 Novembre 2015, 16:59

3 min di lettura

ACIREALE – Un anno esatto fa una tromba d’aria piegava le Aci. Oggi brilla il sole fuori da Palazzo del Turismo. Dentro, invece, si discute del rischio idrogeologico e dei cambiamenti climatici  in atto. Stavolta il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo ha lasciato l’ufficio a una regia del tutto inedita. Convocati dal presidente del Consiglio comunale di San Giovanni la Punta, Laura Iraci, e da Giuseppe Calì, esponente del senato della città delle “cento campane”, si sono seduti allo stesso tavolo gli amministratori di dieci comuni dell’area ionico-etnea. Tutti rigorosamente giovani.  “Un patto generazionale oltre la destra, la sinistra, i colori e le segreterie”, ha chiarito subitolo lo stesso Calì. Lo scopo è quello di chiedere al Governo regionale la messa in opera di “un’adeguata azione preventiva e di contrasto” del fenomeno. E per questo è stato redatto un documento unitario.

La verità è che i Comuni etnei, da soli, non ce la fanno più. E con loro anche i singoli consiglieri che sentono sulle proprie spalle il peso dell’emergenza. Il tutto con una buona dose d’impotenza. “Oltre a prendere noi stessi le scope in mano per ripulire i danni, abbiamo bisogno di un sostegno forte dall’alto”, è lo sfogo della presidente Iraci. Manco a dirlo, si tratta di un capitolo che merita un intervento politico coordinato. “Guardare all’albero è sbagliato, qui c’è da tenere d’occhio l’intero bosco”, aggiunge. Fuori di metafora, sul tavolo c’è già la proposta di “considerare gli impegni di spesa finalizzati a prevenire il rischio idrogeologico al di fuori dei vincoli del Patto di stabilità”. Un modo per rifiatare, oltre l’esiguità delle risorse in cassa. “Almeno questo… altrimenti si rischia davvero di essere cornuti e bastonati”, sbotta Salvo Tomarchio, assessore ad Aci Bonaccorsi. Di certo c’è già che la provincia etnea paga l’isolamento stradale con Palermo e l’emergenza valanghe sull’autostrada per Messina. “Al momento – insiste – Catania è prigioniera di se stessa”.

Articoli Correlati

E se per l’assessore viagrandese Carmelo Gatto “l’emergenza è per noi costante”; da Sant’Agata li Battiati il collega Sergio di Benedetto propone di andare “tutti a Palermo”. C’è tuttavia il sindaco di Aci Sant’Antonio, Santo Caruso, che solleva un problema figlio del clima politico nella capitale siciliana: “Non voglio fare polemica, ma non si capisce al momento chi stia governando la Regione, quale organismo possa dire la propria”. All’incertezza istituzionale relativa al rimpasto di Giunta, si aggiunge il nodo allerta meteo: “Fa bene Enzo Bianco a chiedere alla Protezione civile previsioni più dettagliate, ormai – riferisce il primo cittadino antoniese – ogni qual volta apprendo di un’allerta rossa, lancio la monetina per capire se chiudere o no le scuole”.  Una battuta, sicuramente, che è indice però del clima generale dove fin troppo spesso gli amministratori sono in balia del caso.

Il patto presentato stamani è stato sottoscritto, inoltre, dal consigliere acese Nino Sorace; dai puntesi Giovanni Petralia e Simona Fiore; da Valentina Pappalardo e Manuela Mita, consiglieri di Aci Sant’Antonio; da Francesco Freni di Valverde, territorio che dopo la voragine davanti al Comune è divenuto simbolo del rischio idrogeologico. Hanno risposto positivamente all’appello anche Seby Mangano di Sant’Agata li Battiati e Massimiliano Di Modica, assessore ad Acicastello.

Pubblicato il

05 Novembre 2015, 16:59

Condividi sui social