07 Ottobre 2009, 16:30
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“Ci si appella sempre alla burocrazia lenta e farraginosa. In realtà, è proprio il profluvio di norme da parte dei legislatori, cioè i politici, la causa dell’eccessiva burocratizzazione della macchina amministrativa”. Queste le parole di Pier Carmelo Russo, segretario generale della Regione siciliana, intervenuto a Villa Filippina questa mattina davanti ad una platea di studenti per il dibattito “Un patto per la Sicilia”, organizzato da Milano Finanza e moderato dall’editore Paolo Panerai.
Un dialogo che ha visto confrontarsi politici, magistrati, imprenditori e burocrati sulle nuove prospettive di sviluppo della Regione. “La Sicilia – ha detto Giuseppe Lumia, componente della Commissione nazionale antimafia – è vittima di tossicodipendenza da assistenzialismo. Piuttosto che difendere l’ancien regime, è necessario che la politica e la burocrazia riacquistino credibilità”. “Stabilità politica e legalità sono le prime infrastrutture necessarie allo sviluppo imprenditoriale nell’Isola”, ha incalzato il presidente di Confindustria Palermo, Nino Salerno. Dura la denuncia del Procuratore aggiunto di Palermo Ignazio De Francisci: “La classe politica dovrebbe evitare di chiedere i voti ad esponenti di Cosa Nostra, soprattutto quando questi sono schedati, e far cadere la fragile scusa del ‘Non lo sapevo’. Purtroppo in Sicilia il voto è spesso merce di scambio e dalle intercettazioni emerge un quadro della classe politica che sfrutta il bisogno della gente per creare clientele. E questo non è accettabile”. Dalla magistratura alla politica. L’assessore regionale Marco Venturi ha denunciato “l’eccessiva presenza del pubblico nelle imprese: la Sicilia, seppure a parole sia sempre stata filo capitalista, sembra oggi l’ultimo baluardo dell’Unione Sovietica”. “Abbiamo creato una commissione guidata da Pier Luigi Vigna – ha affermato l’assessore Gaetano Armao – che vigili su tutti quegli elementi che precludono lo sviluppo della regione. Non potendo ancora parlare di fiscalità di vantaggio, la Sicilia deve attrarre le imprese attraverso lo snellimento della macchina burocratica”. “Negli ultimi 9 mesi Sviluppo Italia – ha aggiunto Vincenzo Paradiso, amministratore unico di Sviluppo Italia Sicilia – la Sicilia ha dato ottime risposte al territorio, a partire dal megainvestimento da un miliardo e 500 milioni di euro ad opera di Sharp ed Enel su Catania”. Il tutto sempre nel pieno rispetto delle regole e creando sinergie continue con le Forze dell’Ordine. Così, il comandante regionale della Guardia di Finanza, Domenico Achille ha precisato: “La Guardia di Finanza vigila sulle entrate, ma anche sulle spese dell’amministrazione. È errato vedere le Fiamme Gialle come nemici degli operatori economici, perché l’obiettivo è proprio quello di esaltare la ‘buona’ economia”.
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07 Ottobre 2009, 16:30