22 Maggio 2013, 17:38
4 min di lettura
PALERMO – Un po’ come si dice alla fine di certi film, “è stato bello, ho pianto tanto”. Il vertice di ieri sera tra Rosario Crocetta e il gruppo parlamentare del Partito democratico è stata una riunione più che animata, tra grida, pugni sul tavolo e parole grosse e molti momenti di tensione. Ma alla fine, tutti hanno lasciato Palazzo dei Normanni contenti, per un dialogo ritrovato tra il partito e il “suo” presidente. Un confronto che in questi mesi era mancato e che a più riprese diversi esponenti del partito era stato sollecitato. Tensioni e incomprensioni covate per mesi sono esplose fragorosamente ieri in una riunione lunga e senza censure. Ma hanno permesso al partito e al governatore di riallacciare un dialogo che guardi alla prossima fase della legislatura in modo costruttivo.
“C’è voglia di condivisione nel rispetto di tutti. Si è consapevoli che bisogna guardare all’orizzonte comune”, scriveva ieri sera sul suo blog Fabrizio Ferrandelli, in tempo reale. Ma è proprio con lui che Crocetta ha avuto uno degli scontri più duri nella riunione di ieri. Il governatore ha attaccato il deputato palermitano per i suoi strali al governo sulla vicenda del Muos di Niscemi. Crocetta si è infervorato, parlando di “iniziative non concordate” che hanno messo in cattiva luce il governo: “Non mi hai fatto neanche una telefonata – avrebbe detto il presidente a Ferrandelli – Tu vuoi prendere i voti e lasciare le rogne al governo”. “Non puoi fare l’antimilitarista in campagna elettorale prendendo i voti e poi non agire di conseguenza”, ha risposto Ferrandelli, che è stato contestato da Crocetta anche per la sua gestione della vicenda ex Pip.
Scontro duro, e ad altissimo volume, anche con la deputata Concetta Raia per alcune vicende catanesi, tra cui la polemica relativa ai teatri. “In un momento di crisi c’è l’esigenza di condividere un percorso con gli attori sociali”, ha attaccato la Raia, chiedendo “un maggiore coinvolgimento” dei sindacati e delle associazioni di categoria. E lì il governatore, raccontano, è andato giù duro. Crocetta ha manifestato stupore per alcuni attacchi della Cgil nei suoi confronti e ha accusato i deputati più vicini al sindacato di strumentalizzare queste polemiche (“Mi mandate la Cgil sotto casa”, avrebbe detto il governatore). La Raia, come altri deputati, ha chiesto un rapporto più intenso tra partiti e giunta e una svolta “politica” del governo “tecnico” di Crocetta. “L’interesse che abbiamo tutti è quello di cambiare la Sicilia. E in questo processo, il Partito democratico deve essere protagonista”, dice la Raia.
Toni duri nel confronto con Antonello Cracolici e con gli altri deputati della sua area, un tempo, prima del voto, quella più vicina a Crocetta. È stato proprio l’ex capogruppo, attivissimo in questi giorni, a surriscaldare l’atmosfera con il suo intervento: “Si può pensare che il presidente della Regione possa affrontare da solo la complessità dei problemi della Sicilia?”, ha domandato Cracolici. E ancora: “Come si può credere di affrontare quei problemi sminuendo il ruolo dei partiti e nel silenzio imbarazzante del Pd, che è la prima forza della maggioranza ma che in questa fase è come se fosse solo un ospite”.
Cracolici ha lasciato la riunione prima degli altri, per impegni già presi, ma ci hanno pensato gli altri deputati della sua corrente, come Filippo Panarello e Giovanni Panepinto, a svolgere interventi molto critici non solo all’indirizzo del governo (e lì raccontano che Crocetta abbia rinfacciato ai deputati la storia dei soldi per i vigili urbani di Messina inseriti in finanziaria con un colpo di mano) ma anche verso i vertici del partito. Ma c’è anche chi ha sottolineato la tenuta del gruppo parlamentare del Pd guidato da Baldo Gucciardi. “Siamo l’unico gruppo rimasto integro e compatto”, ha fatto notare il catanese Anthony Barbagallo, chiedendo, come gli altri colleghi, un maggiore coinvolgimento dei gruppi parlamentari nella definizione della linea del governo.
Il segretario Giuseppe Lupo, seduto accanto al governatore, dal canto suo ha rivendicato i risultati in positivo della sua gestione. “Siamo andati a Palazzo d’Orleans per la prima volta vincendo le elezioni”, ha ricordato il segretario a chi lo avesse già dimenticato.
Alla fine, però, il clima era di generale soddisfazione. “Se c’è qualcosa che non va, sempre meglio dirselo in faccia che sui giornali”, commenta un deputato. “Credo che incontri come quello di oggi servano a rendere più fluido e proficuo il rapporto fra governo e maggioranza, nell’interesse della Sicilia”, diceva ieri sera Baldo Gucciardi, soddisfatto per i temi concreti individuati nell’incontro, sui quali concentrare l’azione politica in questa fase due della legislatura: dal lavoro ai precari, passando per imprese e impiego dei fondi europei, un’ideale elenco di priorità su cui la maggioranza, Pd in testa, vuole concentrarsi. Anche a costo di qualche altra serata movimentata.
Intanto, dentro il partito, sono scattate le grandi manovre in vista del congresso. Del quale la seduta di ieri è parsa a qualche deputato un antipasto. Un Antonello Cracolici molto attivo, ha chiesto al partito un’apertura a Leoluca Orlando e ha chiamato a raccolta le sue truppe per venerdì pomeriggio, pronto ad avviare il percorso che porterà all’assise di partito e alla corsa alla successione di Giuseppe Lupo. Che a sua volta non ha escluso una candidatura. In quota Renzi dovrebbe maturare invece la candidatura di Ferrandelli. Ma qualcosa si muove anche nell’area Crisafulli-Capodicasa. Proprio da queste parti ha preso corpo una nuova iniziativa politica, battezzata ad Enna. Si chiama “Nuovo corso Pd” e chiede che si apra “una fase di necessari cambiamenti nel partito”.
Pubblicato il
22 Maggio 2013, 17:38