23 Giugno 2019, 06:50
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Bisogna riconoscere che si tratta di uno strumento straordinariamente efficace, e gli ultimi episodi di cronaca ne rappresentano una prova più che tangibile. Sto parlando del “trojan”, questo micidiale virus informatico che consente una invasione illimitata nella vita delle persone. Insomma, se l’obiettivo era quello di esercitare una forte azione di contrasto alla criminalità, si è centrato il bersaglio. E pure col plauso della collettività.
Dico questo perché il dibattito che si è sviluppato, per esempio, sulla vicenda del CSM, ha riguardato temi di indubbia importanza (per la verità tutt’altro che sorprendenti), ma ha solo lambito quello dell’impatto che l’uso di questo potente strumento, potrà avere nel futuro della nostra esistenza.
Temi quali la tutela della riservatezza della persona, il vivisezionamento degli aspetti anche più intimi della esistenza, il necessario bilanciamento tra valori costituzionalmente protetti, sono rimasti confinati all’interno di una ristretta nicchia, e non hanno interessato più di tanto l’opinione pubblica. Forse mi sbaglio, ma vedo una più che accentuata propensione a sacrificare, sull’altare della lotta alla criminalità un sistema di garanzie a tutela di diritti fondamentali della persona che un tempo ritenevamo intangibili.
Se così è, tanto varrebbe saltare il fosso ed abbandonare ogni residuale forma di tutela della privacy, o di quel poco che ne rimane. Basterebbe, per dire, inoculare un microchip su ogni individuo. Un’operazione da effettuare contestualmente al taglio del cordone ombelicale che consentirebbe di monitorare, attimo per attimo, e per la intera durata dell’esistenza, ogni singola azione o movimento. Gli onesti non avrebbero nulla da temere e, comunque, si tratterebbe di un sacrificio accettabile rispetto al dichiarato obiettivo di contrastare la criminalità. Quanto ai disonesti, il microchip avrebbe una formidabile azione deterrente. E non mi riferisco solo ai disonesti della criminalità con la C maiuscola Penso anche a scippatori, scassinatori, truffatori di vecchiette, e, perché no?, ladri di biciclette
Vorrei vederli. Dedicarsi alle loro losche abitudini, sapendo di avere in corpo un microchip in grado di registrarne ogni singola azione. Insomma, l’aggeggio stroncherebbe anche la microcriminalità, quella che affligge, sia pure sotto il profilo della percezione, la vita quotidiana di tutti noi. C’è solo un problema che mi preoccupa.
No, non mi riferisco all’azzeramento del valore della “persona”, all’annientamento della sua dignità, o cavolate del genere. Penso alle ricadute economiche. L’inevitabile, verticale, crollo della criminalità, avrebbe pesanti effetti sull’occupazione. Magistrati, avvocati, cancellieri, forze dell’ordine, ma l’elenco è solo indicativo, tutti a spasso. Anche i giornalisti, che già se la passano male. Ne risentirebbe l’indotto, sistemi di sicurezza, allarmi, chiavi, serrature e catenacci. Insomma, un impatto devastante, e i tempi sono già duri di loro. Già immagino lo spread, il debito pubblico, il PIL, l’avanzo e il disavanzo primario. Valli a sentire Junker e Moscovici.
Però, forse, con una manovra correttiva,….chissà.
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23 Giugno 2019, 06:50