11 Gennaio 2015, 12:52
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Non scorderò mai quando un sabato di settembre del 2005 ci incontrammo per la prima volta nel mio ufficio. Venne con “Ciccio piccolo”, come amava chiamare il suo adorato figlio Francesco. Fu un colpo di fulmine. Nacque subito un’intesa professionale e personale, passionale ed entusiasmante. Da li una riunione dietro l’altra, con Salvo Toscano e Roberto Benigno, per sviluppare la nostra prima creatura, I Love Sicilia, il mensile di stile tendenze e costumi che vide l’edicola a marzo del 2006. Ovviamente, Francesco, sin dal primo numero, offrì il suo tratto di grande giornalista. Il protagonista della prima copertina fu uno dei magistrati in prima linea nella lotta alla mafia: Ignazio De Francisci, non in toga, ma in grembiule da cucina dietro ai fornelli, da appassionato gourmet.
Apriti cielo, fu subito un vorticoso inseguirsi di critiche, apprezzamenti, commenti, ma soprattutto, però, di complimenti. Immediatamente, capii che il nostro giornale aveva un direttore di rango. Uno di quelli che “ce la sapeva”. La copertina del secondo numero nacque una sera tra una pizza e una birra. Erano così le nostre riunioni, estemporanee ovunque e a qualunque ora. Titolammo in copertina “Addio Pizzo e Pizzini”, per la prima volta i ragazzi di Addio Pizzo mostrarono i loro volti in una straordinaria intervista di Roberto Puglisi.
Da li una maratona di soddisfazioni e tributi lunga a oggi più di cento numeri. Un giorno di dicembre del 2007, mi chiamó al telefono e mi disse: “Socione – come amava chiamarmi – devi venire subito. Ti devo parlare di una cosa importante, molto importante”. “Bedda matri, che abbiamo combinato?”, dissi io. “Niente, ma devi venire immediatamente”. Ci incontrammo. Mostrandomi una pen drive, svelò il mistero: “Sai cosa contiene? Le foto in esclusiva dell’arresto di Lo Piccolo nel suo covo. Uno scoop, dobbiamo pubblicarle”. Così nacque il primo numero di Esse. Anche qui un grande successo, coordinato da Claudio Reale, mentre Francesco cominciava a respirare in redazione quell’aria di cronaca e inchiesta che lo inebriava tanto.
“I polpastrelli mi prudono sempre di più”. Così diceva quando gli veniva in mente un’idea per un pezzo. Live Sicilia fu l’amore che gli rapì il cuore, finalmente al comando di quello che è diventato in pochissimo tempo il quotidiano online più letto e cliccato di Sicilia. La sua creatura fatta a sua immagine e somiglianza. Ha completato la sua squadra, di cui era orgogliosissimo, di giovani giornalisti sempre entusiasmati dal loro Direttore, per condurre la più grande cavalcata verso l’apice dell’informazione siciliana e piantare la bandiera dei numero uno, la sua bandiera.
La Sicilia ha perso un grande giornalista, una persona perbene, uno di quelli con la schiena dritta. Un uomo tutto d’un pezzo. Io ho perso, il mio più grande amico, il mio complice, il mio Socione.
Arrivederci Cucù.
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11 Gennaio 2015, 12:52