19 Aprile 2009, 19:23
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Gli uomini sono chef, le donne cuoche. E’ in questa differenza, dovuta all’etimologia della parola ‘chef’, priva di femminile, che scava Roberta Corradin, giornalista, scrittrice e instancabile viaggiatrice, autrice del libro “Le cuoche che volevo diventare”, pubblicato da Einaudi.
“La brigata di cucina nasce con l’esercito napoleonico e con esso il termine militare ‘chef’ che indica un’attitudine al comando – spiega la scrittrice – Oggi si usa per riconoscere la bravura e il talento, come a sottolineare che l’approccio degli uomini in cucina è da chef e nelle donne, invece, c’è afflato emotivo. Probabilmente perché spesso cucinano per un’altra persona, un figlio, un amico, un compagno”.
Il libro (vincitore del premio internazionale di letteratura enogastronomica “Costa d’Amalfi”) è un curioso viaggio gastronomico attraverso 21 cuoche del mondo, dalla Sicilia a Samoa, ma è anche un accurato ritratto “delle 21 donne che volevo diventare”, spiega Corradin, delle storie e delle ricette che hanno attraversato le loro mani, dal Mediterraneo al Pacifico. C’è Beth Partridge, che cucina italiano in un ristorante di Chicago, sognando l’Italia dove non è mai stata. C’è Sadja Masshour, insegnante di francese fuggita dall’Afghanistan che ora cucina mantu e ashak nel suo ristorante a Parigi. C’è Jody Williams, che in Italia era ‘l’americana’ ma a New York fa la cucina che ha imparato dalle casalinghe italiane.
“Viaggio da circa 12 anni per fare dei reportage di cucina e ho assistito a una progressiva riscoperta della parte più segreta e nascosta della Sicilia, quella sud -orientale, con la tradizione enograstronomica del Ragusano, sconosciuta fino a poco tempo fa”, racconta l’autrice, che ricorda anche la qualità di alcuni tra i più quotati chef siciliani, come Ciccio Sultano, Pino Cuttaia, Accursio Craparo, Peppe Barone. Ma cosa, nella sua ricerca, l’ha spinta ad andare dalla Sicilia fino a Samoa? “Cercavo una cuoca speciale di Samoa, di cui non possiamo dire altro per non rovinare la sorpresa ai lettori. La sua più grande qualità? L’assenza”. Per chi non resiste al segreto e alla voglia di sperimentare in cucina in compagnia di 21 cuoche speciali, l’appuntamento è in libreria.
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19 Aprile 2009, 19:23