08 Giugno 2010, 19:27
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“Voglio tenermi lontano dalle polemiche”. Esordisce così Riccardo Arena, consigliere rieletto due settimane fa all’Ordine siciliano dei giornalisti, capo-corrente di quella che è risultata essere l’opposizione in seno al Consiglio regionale, che ha eletto Vittorio Corradino come presidente. Ma continua: “Ho però dovuto, mio malgrado, registrare una campagna elettorale anomala, piena di veleni. Ci sono stati attacchi, anche scomposti, alla mia persona”.
Attacchi arrivati da fuori, o da dentro l’Ordine?
“Purtroppo c’è stata gente che invece di chiedere il voto per se stessa, chiede di non votare me. Sul mio nome sono girate voci di ‘combutta’ con i due grandi gruppi editoriali siciliani, ma per me parlano le lotte sindacali fatte all’interno del Comitato di redazione del giornale per cui lavoro da ormai vent’anni”.
Una rivendicazione di indipendenza la sua.
“La mia indipendenza è dimostrata dall’attività giornalistica che svolgo quotidianamente. Sono a contatto ogni giorno con colleghi precari che guadagnano tre euro e dieci centesimi a pezzo. Gente a cui non ho mai potuto promettere la luna, pur rendendomi conto di una situazione più che difficile”.
Cosa risponde a chi ha visto, in seguito alla nota pubblicata a nome della sua corrente dopo l’elezione del nuovo presidente dell’Ordine siciliano, un non pieno riconoscimento del valore dei giornalisti pubblicisti?
“Naturalmente rispetto i colleghi pubblicisti, il loro lavoro è fondamentale. Mi sarei solamente aspettato un briciolo di autonomia in più da parte dei pubblicisti eletti nel Consiglio regionale”.
Lei è risultato il primo degli eletti in Consiglio tra i professionisti, si aspettava un riconoscimento di questo risultato, e di quello della coalizione di cui ha fatto parte?
“Siamo ironici, e abbiamo anche fatto una ‘festa dei trombati’. A parte tutto, noi abbiamo perso dentro il palazzo, pur avendo avuto la meglio nel risultato delle urne. Mi sarei aspettato che di fronte a questi numeri si potesse raggiungere una soluzione condivisa. Non è stato così. Evidentemente la linea rigida e massimalista sta dall’altra parte. Sappiamo comunque perdere e sappiamo fare opposizione. Personalmente non posso che ringraziare i quasi trecento colleghi che mi hanno votato”.
A corollario di quest’atmosfera non proprio leggera, c’è anche un esposto alla Procura, riguardo eventuali irregolarità nelle elezioni.
“Quello che rimproveriamo è il fatto che alcune persone hanno chiamato per conto dell’Ordine dei giornalisti per avere delle informazioni sullo svolgimento della consultazione. Ma a nome dell’Ordine possono chiamare solo i consiglieri, non altri. Vengano fatte dalla magistratura tutte le verifiche del caso”.
Di fronte a questi dissidi, ha pensato alle dimissioni?
“Non nego di averci pensato, ma non posso mollare adesso. Devo rispettare la volontà di chi mi ha votato. L’impegno sarà quello di ritrovarci tra tre anni, quando il mandato sarà scaduto, e sentire dire che abbiamo fatto qualcosa di buono. Nonostante le nette e profonde divisioni con l’attuale dirigenza”.
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08 Giugno 2010, 19:27