27 Gennaio 2021, 18:12
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PALERMO- C’è una candela per Roberta Siragusa, per i suoi diciassette anni, prima che finissero in un abisso e in una storia tremenda di cronaca nera e giudiziaria. C’è una luce che è stata accesa ieri sera ai balconi e alle finestre, a Caccamo. L’iniziativa è stata promossa dagli alunni del liceo delle Scienze Umane e dell’Alberghiero, la scuola frequentata dalla ragazza, e dal consiglio comunale. Una memoria condivisa anche dagli iscritti alla Pro loco di Termini Imerese. Qualcosa che si fa per cercare di difendersi dall’irreparabile che ha scavato una crepa di dolore.
Ma la necessità di quel chiarore non si è limitata a Caccamo, la voglia di vicinanza è andata oltre. Il messaggio è stato rilanciato sui social. Ecco perché sulla bacheca della ragazza stanno sbocciando immagini, disegni e messaggi. Accanto a un ritratto su un foglio, postato dopo la foto, si legge: “Anche se non è il massimo, tra poco quando accenderò la candela farò finta che tu sia con me”.
Stamattina, i carabinieri hanno effettuato un sopralluogo nel campo sportivo di Caccamo per accertare se la ragazza sia stata uccisa nei pressi dell’impianto e poi spostata nel dirupo in cui il corpo è stato scoperto. E’ stata fissata per domani l’udienza di convalida del fermo di Pietro Morreale, il fidanzato diciannovenne della vittima accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Lui si è difeso, gli inquirenti la pensano diversamente.
C’è, sullo sfondo, una comunità ferita a morte dall’accaduto. Ha raccontato il parroco, don Domenico Bartolone, parlando dei due ragazzi: “Li conoscevo, perché ero docente di entrambi. Ma li conoscevo pure perché la loro comitiva si riuniva davanti alla chiesa, quando aprivo e chiudevo erano sempre lì. Mi sono spesso soffermato a parlare con quei ragazzi, adolescenti normali e niente lasciava presagire una tragedia. No, non ce l’aspettavamo. Roberta era una ragazza sensibile. C’eravamo incontrati qualche giorno fa perché voleva consigli sul suo percorso, sul suo futuro. Aveva le idee chiare e voleva assumere il suo posto nel mondo”.
E ancora: “Vedo la tristezza negli occhi delle gente, le persone che sono venute a Messa erano smarrite. Mi metto nei panni dei genitori disperati. Sono stata a casa di Roberta, c’è una madre con il cuore spezzato, come un’intera famiglia. Ma penso anche agli altri. La richiesta, ovviamente e fermamente, è di giustizia in nome e per conto di Roberta. Non mi aspettavo un gesto tanto crudele che ci prende di sorpresa come comunità”. Eppure, l’irreparabile è accaduto.
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27 Gennaio 2021, 18:12