11 Aprile 2010, 00:49
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Professor Forgione, la politica regionale è a un bivio: si deve votare il bilancio, atto politico per eccellenza, e il Pd anche su questo appare ancora incerto, nonostante i venti romani. Se, putacaso, ci dovesse essere il voto favorevole dei democratici in aula cosa accadrebbe?
“Assisteremmo senza dubbio ad un’operazione trasformistica, e non sarebbe neppure la prima volta che qualcosa del genere accade. La Sicilia è la terra del Gattopardo, è bene ricordarlo. Inoltre, per il Pd e per la sinistra sarebbe il completamento di quella vocazione al suicidio che spesso si presenta nelle scelte di questa parte politica”.
La base del partito sembra in fibrillazione…
“Il Pd è davvero a un bivio, perché questo pasticcio siciliano avrebbe anche conseguenze a livello politico nazionale. Al Pd servono due cose essenzialmente: coerenza e trasparenza. Vedo coerenza nella ricerca di un accordo con Lombardo, ma vedo davvero poca trasparenza nella lotta alla mafia e nell’impegno per la battaglia in favore della legalità. Mi riferisco, per esempio, alla posizione assunta sull’inchiesta a carico di Lombardo. Non si può assumere un atteggiamento a corrente alternata, a seconda se ad essere indagato è Lombardo o Cuffaro. Anche in questo serve, ripeto, chiarezza e coerenza. Il Pd non può dare una marea di voti a Rita Borsellino, e poi allearsi col Lombardo e compagnia. Credo che il tema della lotta alla mafia e della legalità sia ancora tema discriminante per riformare le istituzioni politiche e i partiti in Sicilia”.
Dunque, secondo lei gli affanni del Pd non sono dovuti solo a beghe personali o a divisioni correntizie, ma ad una vera e propria crisi culturale?
“Senza dubbio. Il Pd non ha rappresentanza culturale e paga l’assenza di identità politica. Rischia di ridursi a somma di notabilati elettorali, aggravata dalla commistione di politiche pubbliche e affari privati”.
Partito del Sud. Che ne pensa? Sarebbe questa la panacea di tutti i mali siciliani?
“Non credo proprio. Sento parlare di Partito del Nord, Partito del Sud. Io vorrei partiti con forti identità territoriali, ma in grado anche di ascoltare e accogliere le istanze di donne, uomini, lavoratori, studenti, senza ridurre tutto alla contrapposizione territoriale. Il Partito del Sud, formato dagli avanzi di tutti i partiti, sarebbe solo una risposta partitistica e organizzativa alle difficoltà del Sud. Anzi sarebbe una vera e propria speculazione sui problemi del Mezzogiorno. Dunque, sarebbe un’operazione non solo sbagliata, ma anche pericolosa. Purtroppo il Sud è scomparso dall’agenda politica nazionale, per le imposizioni della Lega e l’incapacità della destra. Il centrosinistra dovrebbe, invece, riproporre con forza questo tema”.
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11 Aprile 2010, 00:49