17 Aprile 2015, 12:19
2 min di lettura
PALERMO – “Aggredito e malmenato dentro l’androne di casa dai gestori di una discoteca che si trova proprio nel palazzo. Terza aggressione in sei mesi. Come si può permettere che in una città europea ci possa essere una discoteca dentro uno stabile e che abbia il permesso di mettere musica a volume altissimo sino alle tre di mattina?”. E’ una domanda che si pone da anni, Marcello Savona, residente in piazza Santissimi Quaranta Martiri alla Guilla dal 2005 e che adesso si sfoga anche su Facebook. Nel cuore del centro storico, la sua vita si sarebbe trasformata in un inferno in cui non esistono notti serene.
I pavimenti tremano per i bassi delle casse dell’impianto audio, i lampadari ondeggiano. Una serata tranquilla da trascorrere in casa, insomma, sembra un’utopia: impossibile vedere un film, leggere un libro, ascoltare altra musica. E se a ciò si aggiunge anche la violenza, la convivenza con l’esasperazione diventa sempre più insopportabile. “Un incubo senza tregua – racconta Savona – ho i nervi a pezzi da dieci anni, da quando aprì il “Que Pasa Disco Pub”, che ora si chiama “Time Less”. Sono stato preso a pugni per aver fatto notare, alle tre di notte, che sarebbe stato il caso di spegnere gli amplificatori. Non vivo più. La mia esistenza e quella della mia famiglia è impossibile”.
Un incubo che prende vita in una stradina stretta, costeggiata da palazzine e densamente abitata. “Ogni sera – prosegue Savona – alle 19 comincia l’inferno. La domenica si anticipa alle 14,30. Ho chiesto aiuto a tutti: polizia, vigili urbani, carabinieri. Ho presentato denunce per percosse ma non è cambiato nulla. In questi anni abbiamo assistito a tutto, compresi i sequestri dei contatori Enel e Amap del locale, ma la discoteca ha ripreso a funzionare come se nulla fosse. Più volte le forze dell’ordine hanno riferito a noi residenti che la discoteca ha la licenza e che è tutto in regola. Ma come è possibile autorizzare un locale del genere il cui ingresso è nello stesso portone di un’abitazione civile?”. Si chiede ancora Savona, che dopo l’aggressione dello scorso 10 aprile per essersi lamentato in piena notte del fracasso, si è rivolto ai carabinieri che stanno cercando l’aggressore.
Stavolta vuole giustizia e finalmente una vita normale. “Lo scorso fine settimana, come ho denunciato ai carabinieri – conclude – un componente dello staff della discoteca alle 3.10 mi ha colpito con quindici pugni in faccia e in testa, solo perché gli avevo fatto notare che era notte fonda e dovevo dormire. Mi sono dovuto recare in ospedale per le percosse subite. Adesso basta. Qualcuno provveda, un cittadino non può essere lasciato solo davanti a prepotenze e aggressioni. Costretto a subire continue vessazioni e privato della propria tranquillità”.
Pubblicato il
17 Aprile 2015, 12:19