11 Maggio 2014, 07:43

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Ora siete grandi, ma, in fondo, i figli non crescono mai e forse neanche le mamme. Sono una mamma cresciuta lontana, in luoghi che a voi sono sembrati remoti, come quelli delle fiabe. “Mamma, la maestra mi ha chiesto che lavoro fai…” ed io non sapevo rispondere. Col tempo, avete capito. Tu, specialmente, che da piccolo, non volevi che io andassi via, perché credevi che non tornassi più, che ti avessi lasciato per sempre. La mamma doveva sempre andare via, anche la domenica, allo stadio, per tornare la sera, stanca e arrabbiata. La mamma è andata via pure quel giorno del tuo compleanno, la mattina presto, che ancora dormivi, perché c’era una nave carica di quasi mille disperati e lei doveva essere lì. Questa mamma, però, è anche rimasta. Quando vi ha allattato, le notti piene di sonno, e vi ha cullato, soffiando via le paure, quando vi ha raccontato storie, inventato ninne nanne, dedicato rime, fatto i compiti la sera, disegnato cieli riccioluti di nuvole e soli dal sorriso arancione e spiegato la vita. Quando ha cucinato, stirato, rassettato, vi ha lavati, vestiti e portati a scuola. Questa mamma difettosa, fatta di troppo lavoro e di tempo che vola. Questa mamma poliziotta, che voleva essere mamma ma che ama il suo lavoro, che vi ha baciato, di nascosto, ancora grandi, quando i sogni vi avevano già rapiti e sul cuscino rimaneva solo l’abbandono. Questa mamma che vi ama perché voi siete la vita.

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11 Maggio 2014, 07:43

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