07 Luglio 2021, 00:05
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E’ una notte in Italia piena di una cosa che avevamo dimenticato: la gioia. Un campo di calcio è soltanto uno dei treni del mondo, su cui la felicità può salire. Quando lo decide lei.
E’ una notte di festa in Italia, davanti alla tv, dopo avere battuto la generosa e nobile Spagna di Luis Enrique, all’ultimo sospiro dei rigori, con un tocco irridente di Jorginho che è il più brasiliano degli italiani. E dal dischetto si è notato.
E’ una notte anche di abbracci, di Chiellini che stringe Jordi Alba, per stemperare la tensione della monetina. Di Donnarumma che abbraccia Unai Simòn, il collega spagnolo. C’è una solidarietà tra i portieri che va oltre le maglie, perché è un ruolo che ti abitua a convivere con la solitudine e a condividerla.
E’ la notte di Leo Spinazzola, nonostante l’assenza materiale (e si è visto), ma presente nei retropensieri dei suoi compagni che l’hanno salutato, assai a malincuore. Leonardo è la dedica di questa notte in Italia.
Una notte sportiva di coraggio e di fortuna, perché non ammetterlo? Ai punti avrebbero meritato gli spagnoli del valoroso Luis Enrique. Ma abbiamo vinto noi, con la lezione della sofferenza atletica. Con i crampi, con il ‘Gallo Belotti’, amore palermitano, che rincorre tutti, con Toloi che si adatta, con Chiesa che zoppica e solo alla fine si arrende.
E che bello alla fine quell’altro abbraccio, tra Mancio e Luis. C’è stato un vincitore e c’è stato uno sconfitto, ma non ci sono stati nemici in questa notte azzurra in Italia. E se qualcuno, magari, pensa che tanta gioia non può scaturire da una partita di calcio, in tutta franchezza, si sbaglia. Cosa c’è che somiglia di più alla vita di un pallone che rotola nel cuore della notte?
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07 Luglio 2021, 00:05