30 Ottobre 2012, 10:52
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CATANIA – Catania trafelata e stupita, ha rincorso per tutto il giorno i risultati delle elezioni e oggi si sveglia spazzata dal vento. Ma non certo da quello del rinnovamento.
Il popolo degli artisti e degli intellettuali, dell’Università e della giustizia, è scoraggiato dopo anni di oscurantismo e si aggrappa alla speranza che ancora qualcosa possa cambiare. Ma l’ottimismo è lontano. “Noi non abbiamo un futuro” spiega il professore Tino Vittorio della facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania “per il semplice motivo che uno spazio senza tempo non può averlo, il futuro. Il problema non è epico, ma storico, e nessuno sano di mente potrebbe mai pensare che un unico cavaliere possa cambiare corsa al cavallo. Un solo uomo non potrà mai sollevare la Sicilia dalla sua secolare marginalità, e quindi se lei mi chiede quale futuro per Catania, io rispondo nessun futuro per la Sicilia. Il mondo è altrove, e con tutto il rispetto, le quattro “scoppole” che Rosario Crocetta ha dato ai mafiosi non gli danno la forza di affrancarci da nostro destino di non-splendido isolamento. Ha sbagliato tutto, ma anche se avesse indovinato qualcosa, non sarebbe cambiato niente. Però, se lui solo avesse detto che voleva trasformare le nostre Università in officine di manodopera internazionale, io avrei fatto uno sforzo e gli avrei creduto. E lo stesso se avesse parlato di attirare investimenti, imprenditori, idee, soldi. E invece no. Quindi che dire? Se prima eravamo in croce, adesso siamo in Crocetta”.
“Non mi sono mai aspettata niente dalla politica” ci dice Loredana Longo, artista catanese molto quotata a livello internazionale “perché basti vedere, solo per fermarci alla stretta attualità, cosa è stata capace di fare la (mala) politica a Palazzo Riso. Detto questo, purtroppo io ero fuori sede e non sono riuscita a tornare per votare, ma avrei espresso un voto conservatore, e avrei dato la mia preferenza a Nello Musumeci. Perché lo ritengo una persona seria; ma sarei stata comunque contenta se avesse vinto il Movimento 5 Stelle, dato che sarebbe stata una sferzata di energia. La Sicilia è sempre stata apripista per l’Italia, premonitrice di cambiamento. Invece non è successo.”
Un barlume di ottimismo proviene da Santino Mirabella, gup del Tribunale di Catania -anche per il processo Iblis- ma pure scrittore e poeta.
“Io spero in un nuovo modo di affrontare le problematiche criminali e culturali” spiega cercando di essere propositivo “quindi spero in persone nuove e pulite. Vorrei dire a Crocetta di portare la sua forza mediatica, e il suo entusiasmo coinvolgente in tutti i settori della vita regionale e cittadina. Perché è di una svolta culturale che noi siciliani abbiamo bisogno. Cerco di essere ottimista, come ogni uomo deve essere davanti a un cambiamento. E a maggior ragione uno come me, che l’ultimo Presidente me lo sono trovato in Tribunale”.
Amarezza totale nelle parole del grande attore catanese Tuccio Musumeci. “La gente è esasperata, stanca e delusa. Quindi si astiene, o protesta dando il voto a Grillo, che da parte sua ha fatto benissimo a venire in Sicilia. E le persone sono arrivate a tale punto di stanchezza e disinteresse non tanto e non solo perché i governanti non hanno saputo governare, ma perché hanno rubato troppo. Hanno istituzionalizzato il latrocinio. E so di essere molto provocatorio ma lo dico lo stesso: la magistratura, quando un politico è indagato, dovrebbe fare come fa con la mafia: espropriarlo di tutto”.
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30 Ottobre 2012, 10:52