Una vita da “fuorimano”

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28 Maggio 2010, 11:02

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Quando da ragazzo giocavo a pallavolo il ruolo che l’allenatore mi assegnava era  molto affascinante: il fuorimano. Ne ero soddisfatto, perché si confaceva alle mie caratteristiche. Per tanto tempo sono stato altrettanto soddisfatto di essere nato in Sicilia – terra fuori mano per definizione – ma poi mi sono stufato. Fuori mano non significa soltanto luogo ricercato, al di fuori delle solite rotte, baciato da un fausto destino. Ahimè, significa anche: luogo isolato, da cui è complicato muoversi (o scappare). Non so se ce ne rendiamo conto dell’isolamento della Sicilia, forse no. Pare che nei giorni scorsi negli ambienti UEFA sia stata messa in dubbio la candidatura dell’Italia agli Europei di calcio perché Palermo e Cagliari – sedi designate ad ospitare partite della manifestazione continentale – sono, per l’appunto, fuori mano. L’assessore regionale Strano ha orgogliosamente ribattuto che per quanto riguarda la Sicilia non lo si può dire, perché abbiamo la seconda ricettività portuale d’Italia. Secondo me la risposta migliore l’avrebbe potuta dare, ad esempio, firmando il contratto di servizio con Trenitalia per rendere la vita meno impossibile ai viaggiatori nell’Isola. Ma tant’è. La risposta potrebbe venire anche dalla realizzazione di vitali infrastruture, di cui però i siciliani stessi stentano a capire l’importanza. Alludo al Ponte sullo Stretto, pregando chiunque leggerà queste mie note a non rispondere con la solita odiosa frase “piuttosto che il Ponte sullo Stretto sarebbe meglio investire quei soldi……” . perché il “Piuttostismo” è stata una delle armi di condanna della nostra Isola. Vorrei sapere dove si nascondono i nostri uomini politici quando si parla di argomenti di tale importanza. Vorrei sapere, ad esempio, dov’erano il 13 maggio scorso quando degli 11 miliardi e rotti di fondi investiti dal  CIPE solo i “rotti” – circa 170 milioni di euro – sono stati destinati al Sud. Vorrei sapere in quali meandri si insinuano quando si prevede l’alta velocità ferroviaria fino a Salerno, e da lì in giù lo scientifico smantellamento del servizio ferroviario. E potrei continuare, ma chiudo con una sottile voglia di rivalsa: ben venga la bocciatura della candidatura italiana agli europei se servirà a far capire che sì, la Sicilia e la Sardegna sono troppo isolate, ed è tempo di provvedere.

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28 Maggio 2010, 11:02

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