03 Giugno 2015, 16:10
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PALERMO – Una voce fuori campo. “Ho imparato che nella vita due cose sono sicure: la morte e di quanto a volte, pur non volendo, è necessario tornare in Sicilia”. Storia singolare quella di Sergio Misuraca che esordisce nel mondo del cinema con l’opera prima “Fuori dal coro”, firmando sceneggiatura e regia, da domani – 4 giugno 2015 – nelle sale italiane.
1994: Misuraca, allora ventunenne, parte da un piccolo centro del palermitano alla volta degli Stati Uniti, con il desiderio di entrare nel mondo del cinema e di dirigere uno dei suoi più grandi miti, Robert De Niro. La realtà a stelle e strisce che gli si presenta agli occhi, gli offre un’occupazione in qualità di cuoco in un ristorante di proprietà dei giganti di Hollywood, tra i quali, appunto, il protagonista di “Taxi Driver”. Costretto dopo pochi anni a tornare in Sicilia – perché il suo sogno non era sostenuto dalle leggi statunitensi – Sergio Misuraca decide di aprire un ristorante a Terrasini, paesino dai mille colori che si affaccia sul mare e che sarà anni dopo, incantevole teatro del suo lungometraggio. Ed è proprio lì, a casa sua, nella terra dalla quale era andato via, che concretizza il suo sogno, realizzando Fuori dal coro, pellicola dalla doppia anima, commedia e pulp.
“Fuori dal coro – racconta il regista – è stato un piccolo miracolo, a livello produttivo perché privo di finanziamenti pubblici, a livello creativo perché sono anni che lavoro sulla sceneggiatura, a livello personale perché ho avuto la fortuna di incontrare professionisti – sia del cast tecnico che di quello artistico – che hanno sposato il progetto, senza i quali non ce l’avrei mai fatta”.
Il film, diviso in tre atti, è lontano dalla tipologia di commedie italiane distribuite negli ultimi anni: strappa risate per poi abbracciare il genere noir e, infine, pulp. Il cast, di tutto rispetto – Dario Raimondi, Alessandro Schiavo, Alessio Barone, Ivan Franek, Aurora Quattrocchi, Emanuela Mulè, Salvo Piparo, Antonello Puglisi, Consuelo Lupo, Sergio Vespertino, Marta Richeldi – risulta essere adeguato e mai esagerato nella caratterizzazione dei personaggi. Un film che si serve tecnicamente di lunghe carrellate, dolly, panoramiche e camera car: movimenti della macchina da presa illuminati da una cristallina e lucente fotografia curata da Giuseppe Pignone: un indiretto omaggio alla Sicilia, ai suoi colori, alle sue bellezze naturali. Fuori dal coro si avvale altresì di intrecci narrativi ritmati dalle musiche composte da Lello Analfino che traggono spunto dai generi folck e techno e che ben si sposano con l’andamento della diegesi.
Prodotto da Sciò Produzioni in associazione con Movie Sound Editor, il film racconta di Dario (Dario Raimondi) e Nicola (Alessio Barone), giovani siciliani doc, disoccupati. Il primo, neo-laureato decide di svolgere un lavoretto per il ˈProfessoreˈ in cambio di un posto di lavoro. Si tratta di consegnare una busta a Roma contenete dei documenti. Pertanto Dario parte in auto dopo aver chiesto aiuto all’amico Nicola, tappezziere disastrato con la passione per gli spinelli, di nascondere la busta dentro al sedile della macchina. Ma qualcosa in capitale va storto: la persona che deve fare da tramite per la consegna altro non è che lo zio di Dario che non vede da anni, Tony Scrima (Alessandro Schiavo). I due, costretti ad affogare i vecchi rancori al fine di consegnare allo slavo Pancev (Ivan Franek) la busta che sembra essere sparita, scappano in Sicilia con una fuga rocambolesca nel tentativo di salvarsi la pelle cedendo però a un momento di confessione e verità, reso ancora più intimo da “Rimmillu ruˈ voti”, poetica melodia di Alessio Bondì che scalda lo spirito, incoraggia l’anima ed esce fuori dal coro.
“Oggi con il senno di poi – continua Misuraca – sono molto più felice di aver realizzato il film nella mia isola e non oltre oceano. È certamente una soddisfazione diversa rispetto al sogno americano che nutrivo da ventenne. Casa è casa. Non mi precludo nulla rispetto a un’eventuale prossimo progetto, ma al momento sono molto concentrato su Fuori dal coro e chissà, il prossimo passo potrebbe essere quello di portare il film proprio a De Niro dicendogli, finalmente, che era il lungometraggio che avrei voluto fare con lui”.
Buona la prima per Sergio Misuraca.
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03 Giugno 2015, 16:10