29 Ottobre 2014, 13:54
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CATANIA – Bruxelles-Catania. Si inquadra su questa rotta il forum organizzato da Diplomatici, l’associazione specializzata in formazione internazionale che, prima nella città sede dell’Ue e poi nel capoluogo etneo, ha promosso e ha preso parte, a una serie di incontri per discutere dei temi geo-economici legati all’Europa. Ieri alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania, il vice presidente di UniCredit ed editore della rivista Global Geopolitics, Giuseppe Scognamiglio è stato fra gli ospiti della tavola rotonda rivolta soprattutto agli studenti dal tema “Un’Europa protagonista: alla ricerca del tempo perduto” alla quale hanno partecipato anche l’ex direttore del Sole 24ore Salvatore Carrubba ed il prof. Rosario Sapienza.
Prima dell’incontro con i ragazzi, Scognamiglio, accompagnato dal presidente di Diplomatici, Claudio Corbino, si è intrattenuto con i tre eurodeputati catanesi: Michela Giuffrida, Giovanni La Via e Salvo Pogliese per condividere la necessità di un percorso comune sullo sviluppo di politiche economiche rivolte alla città e più diffusamente alla Sicilia. Gli europarlamentari hanno sottolineato come a causa del prolungarsi della crisi sia necessario, rispetto al sistema bancario, trovare dei meccanismi di triangolazione anche con la Bce che possano portare ad un migliore utilizzo del quadro delle nuove risorse istituzionali.
In particolare gli europarlamentari, ribadendo la compattezza della delegazione italiana a prescindere dalle posizioni politiche, hanno specificato come le prossime erogazioni della Bce non potranno prescindere dall’impegno del sistema bancario in favore di impresa e famiglia. Scognamiglio ha condiviso le istanze ed ha immaginato un incontro a Bruxelles con i deputati proprio per studiare assieme una strada maestra rimarcando che “il modello di business bancario va concordato con chi fa le leggi”.
“Volendo – ha poi analizzato il vicepresidente di Unicredit – potremmo ritrasformarci in nazionale, anche se la riteniamo un’occasione persa, altrimenti cerchiamo di far funzionare un modello internazionale che ha tanti vantaggi. Mettiamoci attorno ad un tavolo e soprattutto decidiamo assieme che modello di società vogliamo perché di questo si tratta e non solo di business…”
Scognamiglio, e gli stessi parlamentari, commentando poi lo stress test dei giorni scorsi a cui sono stati sottoposti alcuni istituti ha ammesso che il sistema bancario italiano è solido: “E’ un sistema – ha spiegato – nel quale il contribuente italiano ha messo 10 miliardi sul piatto per salvare banche greche e spagnole ed ha dovuto fare molto meno, solo 1 miliardo, per quelle italiane. Quindi ha mostrato solidità da apprezzare”.
Rimane cruciale, soprattutto per l’Italia, la questione dell’accesso al credito. “E’ un discorso complicato – aggiunge Scognamiglio – ma noi stiamo facendo ogni sforzo possibile affinché sia più facile per tutti: imprese, famiglie, persone. Tuttavia ci dobbiamo anche interrogare su un futuro in cui i fondi propri siano una percentuale maggiore di quelli che oggi gli imprenditori mettono nelle loro imprese. Questo è il vero piano strategico per resistere alla prossima crisi e per competere nei mercati internazionali”.
Il vicepresidente di Unicredit riconosce che “in Italia l’esposizione al debito bancario è eccessiva, in media al 70 per cento, mentre in America è l’esatto contrario, quindi serve correggere qualcosa di strutturale”. Sia ai ragazzi che agli esponenti politici Scognamiglio ha citato l’esempio della risoluzione della crisi in Ucraina in cui ‘la compattezza’ dell’Europa è stata determinante, per il manager – che vanta anche una carriera diplomatica – è la testimonianza più evidente di come i problemi, e quindi la crisi, possano essere superati se esiste una linea comune.
A Corbino è stato riconosciuto il ruolo di facilitatore dell’incontro ed il presidente di Diplomatici ha ringraziato sia Scognamiglio che gli europarlamentari per avere accolto il suo invito. “Sono particolarmente felice perché tutto ciò è accaduto nella mia città, a Catania, dove la nostra associazione ha mosso i primi passi. E’ indubbio che senza un rilancio del ruolo italiano in Europa, e senza una nuova vision della presenza italiana nell’UE, a tutti i livelli istituzionali, non c’è futuro per il Paese”.
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29 Ottobre 2014, 13:54