Unict, il progetto OUI: "Più laureati, meno abbandoni" - Live Sicilia

Unict, parte il progetto OUI: “Più laureati, meno abbandoni”

Presentati alle scuole i contenuti del grande progetto di orientamento promosso da Unict e sostenuto con i fondi del Pnrr

CATANIA- Un grande investimento a favore dei giovani e del loro futuro, uno sforzo – realizzato grazie ai fondi del Pnrr – che vede fianco a fianco l’Università di Catania e numerose scuole della Sicilia sud-orientale, impegnate a governare sinergicamente la transizione ‘attiva’ dalla scuola all’università di migliaia di studenti degli istituti secondari superiori dell’Isola. In altre parole, puntare ad aumentare nel tempo medio il numero di laureati e a ridurre contemporaneamente il tasso di abbandono degli studi universitari, migliorando tassi di frequenza e livelli di apprendimento e scardinando i gap di genere sia nel campo educativo che lavorativo.

Sono gli obiettivi e i contenuti del “Progetto Orientamento – OUI, ovunque da qui”, presentato mercoledì mattina nell’aula magna del Palazzo centrale ai dirigenti scolastici e agli insegnanti referenti per l’orientamento delle 33 scuole che hanno aderito alla ‘call’ diramata dall’Università di Catania. Il progetto di Unict, sostenuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR M4.C1) e finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU con un milione e 300 mila euro, permetterà la realizzazione di 271 corsi di orientamento da 15 ore ciascuno, destinati a oltre 5 mila studenti delle terze, quarte e quinte classi degli istituti aderenti.

«L’interazione tra scuola e università dev’essere sempre più potenziata – ha esordito il rettore Francesco Priolo, introducendo l’incontro -, dobbiamo valorizzare il meritorio lavoro svolto quotidianamente nelle aule scolastiche scegliendo insieme i percorsi di orientamento e collaborando insieme alla loro realizzazione. L’Italia e l’Europa ci chiedono di facilitare e incoraggiare il passaggio dalla scuola superiore all’università e di incrementare i laureati, formando un capitale umano più preparato per aumentare la produttività e la sostenibilità dell’economia. Dobbiamo inoltre ridurre gli abbandoni, velocizzare i tempi di laurea e recuperare oltre due anni di condizione emergenziale che hanno avuto pesanti ricadute sui nostri ragazzi. Per questa ragione, vogliamo mettere in campo dei corsi fortemente motivazionali, che spingano i liceali verso la scelta universitaria aiutandoli a scoprire e valorizzare attitudini e competenze che magari non sanno ancora di avere».

L’Italia – è stato aggiunto – si porta dietro una serie di criticità e deficit irrisolti, come rivelano ad esempio il Rapporto INAPP 2021, sulla percentuale di popolazione tra i 15 e i 64 anni che possiede solo la licenza media (39,8%) a fronte di un esiguo 17,4% con titoli di livello terziario; quest’ultimo tasso risale al 27,6% tra i 30-34enni, ma in Ue la percentuale è del 40,3%. I Neet, inoltre, cioè quei giovani che non lavorano, non studiano e non cercano un’occupazione, sono in Italia il 23,8% tra i 25-34enni, la percentuale più elevata nei Paesi Ue: e la pandemia ha lasciato nei giovani la sensazione di disagio e spaesamento, paure e preoccupazioni nei confronti del presente e del futuro, disorientamento e mancanza di aspirazioni che mettono una pesante ipoteca sul loro futuro.

Spetta dunque al sistema della formazione superiore intervenire con urgenza per aumentare l’efficacia dei processi di sviluppo delle competenze e di investimento nel futuro, prima che sia troppo tardi. «La missione di questa iniziativa – ha sottolineato la prorettrice Francesca Longo – è perciò anche quella di contribuire ad arrestare l’emorragia e la dispersione di giovani, promuovendo in generale il valore della scelta universitaria e facendo loro conoscere quanto il nostro territorio può offrire in termini di opportunità, per questo va stretto un patto territoriale tra le scuole e l’ateneo».

I corsi – promossi con il coordinamento dell’Ufficio Orientamento dell’Area per la Comunicazione di Unict – coinvolgeranno i docenti delle scuole e dell’ateneo e hanno l’obiettivo di consolidare le competenze spendibili nel mondo universitario e del lavoro e di integrare le attività già previste nell’ambito dei “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento”. «E’ profondamente cambiato il contesto socio-lavorativo – ha poi osservato la referente d’Ateneo per il progetto OUI, Maria Violetta Brundo -, è inevitabile che cambi il concetto e l’approccio all’orientamento: non è più l’aiuto per la scelta scolastica o universitaria, ma un diritto inalienabile dell’individuo, capace di apportare benefici psicofisici e ad accompagnare il processo di crescita globale dello studente».

I corsi comprenderanno una prima parte generale, comune per tutti gli studenti, e una seconda parte più laboratoriale, con esperienze di didattica disciplinare attiva e partecipativa orientata al metodo scientifico (ambiti economico giuridico e politico sociale, umanistico, medico e sanitario, scientifico e tecnico-scientifico), da svolgere nelle scuole o nelle strutture di didattica, di ricerca e di servizio di Unict. Saranno infine attivati anche tre ambiti interdisciplinari sul potenziamento delle competenze di base per l’accesso alla formazione universitaria; sulla conoscenza del patrimonio artistico, culturale e ambientale e alla relativa sperimentazione in ambito tecnologico, organizzativo e gestionale; e sull’espressività, la comunicazione e le arti performative. «Siamo certi che le scuole aderiranno con entusiasmo – ha concluso il rettore – è che tantissimi ragazzi sceglieranno di mettersi in gioco. Alla scadenza del 2026, ne siamo certi, rimarrà un patrimonio prezioso di esperienza per i docenti universitari e della scuola».


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