10 Maggio 2016, 17:48
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CATANIA – Si è svolto a Catania il convegno sulla legge sulle Unioni Civili: “L’Italia verso l’Europa. Le distanze si riducono”. Il convegno di approfondimento sul ddl Cirinnà, approvato lo scorso 25 febbraio al Senato, era già stato organizzato a Palermo lo scorso mese e adesso, su impulso dei giovani democratici di Catania, ha fatto tappa nella città etnea. Dopo i saluti del magnifico rettore prof. Giacomo Pignataro e del Sindaco di Catania, Enzo Bianco, il dibattito si è aperto con gli interventi della senatrice Monica Cirinnà, relatrice e prima firmataria del ddl, di Giuseppe Caudo, dell’ufficio di Gabinetto della Presidenza della Regione, di Paolo Patanè, fondatore e presidente onorario di Arcigay Sicilia ma è entrato ne vivo con il lungo e accorato intervento del presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta.
Un intenso abbraccio tra Crocetta e la Cirinná. È questa l’immagine simbolo del convegno che si è tenuto ieri pomeriggio nell’aula magna della Scuola di Eccellenza dell’Università di Catania. Un abbraccio di congedo denso di significati, non solo politici, che manifestava una comunione d’intenti e la volontà di far emergere una nuova coscienza sociale.
“Annunciare l’apocalisse attraverso il matrimonio omosessuale è un’idea sbagliata che produce paura e che non rende comprensibile il significato profondo del sentimento dell’amore”. Rosario Crocetta, presidente della Regione Siciliana, nel suo lungo e accorato intervento, apostrofa così l’atteggiamento omofobo che persiste in Italia e plaude alla prossima approvazione di un provvedimento che colmerebbe finalmente un ritardo normativo del nostro paese.
Citando Saffo, Sofocle e Pasolini il presidente della Regione siciliana coglie l’occasione di questa conferenza per esplicitare alcuni punti del Crocetta-pensiero che oltre ad essere a favore delle adozioni gay e contrario invece all’utero in affitto, tocca tematiche con cui siamo chiamati a confrontarci ma che si interrogano anche su temi rivolti al futuro come superare il laicismo immanente, assurgere a un nuovo umanesimo e riscoprire la vera religiosità.
“Credo che questa legge sia l’occasione per sprovincializzare il paese. Dicevi bene tu – rivolgendosi al moderatore, il giornalista Luca Ciliberti – quando parlavi di quest’Italia che diventa più europea. Però adesso dobbiamo andare oltre. Intendo dire andare oltre i ghetti. Non abbiamo bisogno di creare le riserve indiane degli omosessuali ma abbiamo bisogno di una società che si contamina. Dove l’incontro tra gli essere umani è vitale. Una società della condivisione”.
“Riconoscere i diritti degli omosessuali non è soltanto una questione di un laicismo, che risponde ad una visione razionale della società in cui, per una sorta di equazione sillogistica noi dobbiamo pensare che i diritti degli eterosessuali debbano essere concessi <<anche>> agli omosessuali. Io penso che noi dobbiamo intendere questa battaglia mettendo al centro ogni uomo. Ogni uomo con i propri diritti e la sua digintà, le proprie necessità ed aspirazioni. Ogni uomo ha diritto che le sue scelte di vita siano rispettate, e non tollerate, e pertanto vanno condivise. Nella condivisione sociale di queste scelte c’è un elemento di una grande solidarietà, un elemento costituente per un nuovo umanesimo”.
“C’è un dibattito in Italia che ci offende – continua Crocetta rivolgendosi alla Cirinnà. E mi riferisco alla terribile frase di Alfano quando ha mosso argomenti circa la non naturalità del matrimonio o del rapporto omosessuale. Il rapporto omosessuale è un rapporto di amore. Nel sacramento del matrimonio dal punto di vista Cattolico, – per esempio – i ministri del matrimonio sono i coniugi, e non il prete. Quindi cosa decide il matrimonio?
Lo decide l’amore. Ma l’amore può avere confini? Se quest’uomo è immagine e somiglianza di Dio, e Dio è Amore, l’amore si può mai fermare dinanzi al sesso o di fronte ai pregiudizi sessuofobi che la chiesa per secoli e millenni ha perpetrato? Quella chiesa che concepisce la religiosità non come misticismo o come ricerca profonda ed autentica di Dio vero ma invece come repressione sessuale? E in nome di questo ha costruito roghi e condanne? Io vorrei capire come si conciliano certe posizioni conservatrici e negatrici rispetto all’evidenza dell’Amore, anche se – conclude Crocetta – non tutta la chiesa cattolica è così. Su tutto questo la nostra comunità, oggi, è chiamata ad interrogarsi”.
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10 Maggio 2016, 17:48