27 Maggio 2010, 07:24
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Sono saliti sui tetti ieri sera, a tarda ora, e hanno piantato le tende. Gli sfollati, i senzacasa dello Zen, hanno ripreso la protesta. Un portavoce dice stamattina: “Guardo i bambini e le mamme soffrire. Non ce la faccio più”.
Ieri la messa
“Unità e dignità”. Allo Zen 2, al padiglione 17, davanti alle tende, accanto alle lamiere grigie che separano il cortile dal cantiere: qui per pronunciare queste parole ci vuole coraggio. Padre Gianni Notari prete gesuita, ha voluto più volte farle ripetere ai senza tetto. La messa di ieri pomeriggio, si è celebrata su un altare improvvisato ma situato all’interno di un cerchio composto da famiglie che sono riuscite a sorridere, nonostante l’assenza di risposte, nonostante l’ultimo rimpallo dell’amministrazione, avvenuto l’altro ieri nei confronti dell’assessore alla manutenzione Sergio Rappa. A lui spetta adesso stimare il costo dei lavori da portare avanti nell’ex assessorato all’urbanistica di Piazzetta Pace, i locali individuati come alloggi temporanei per i senza tetto. Durante la celebrazione eucaristica, tenutasi ieri pomeriggio allo Zen 2, padre Notari era affiancato dai bambini: qualcuno a fare il chierichetto, timidamente, molti altri invece entrando e uscendo dal cerchio, irrequieti. L’attenzione alle parole di padre Notari è rimasta comunque viva: “Dio oggi vi chiede di essere felici. Per essere felici dovete camminare a testa alta, con dignità, dovete camminare uniti”. Sono tornate nuovamente queste parole, durante la preghiera dei fedeli. Anche al sindaco Cammarata e agli assessori di questo Comune, è andata una preghiera, con cui padre Notari li ha invitati a cambiare il proprio atteggiamento. E non è mancata neanche la richiesta di un tetto: “Quello deve essere il vostro primo obbiettivo – ha raccomandato padre Notari – Resistete”. “La protesta diviene l’unico modo, per non spegnere la speranza, perchè si attuino in questo comune delle politiche reali. Non si tratta di legalità o illegalità. Si tratta del rispetto di un diritto inalienabile, sancito dalla Costituzione italiana”, ha spiegato padre Notari, che prima di andarsene, ha lasciato alcune lenzuola alle famiglie accampate. Tonerà da loro martedì prossimo: “Sono un professore, ma la mia gioia è quando vengo qui”.
Già nella serata di martedì, giorno dell’incontro con l’assessore Milone, gli ex abusivi non escludevano l’idea di salire sui tetti ancora prima di venerdì, giorno stabilito come termine del loro ultimatum. Ieri sera si sono riuniti e hanno deciso di attivare sin da subito una protesta, con lo scopo di spingere a velocizzare l’intervento dell’amministrazione. Intorno alle ventidue di ieri sono entrati nel cantiere per accamparsi con le loro tende sul cortile e sui tetti. Una nuova occupazione, in attesa di una risposta concreta.
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27 Maggio 2010, 07:24