Università, Bianco:| “Un campus a San Berillo”

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09 Luglio 2013, 14:05

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CATANIA – Un piano strategico tra Università e Comune è il presupposto che lega il Rettore e il Sindaco della città di Catania, Enzo Bianco. Grande soddisfazione per l’intesa che ha messo d’accordo il primo cittadino e il Rettore dell’Ateneo. Al Sindaco sta a cuore, in particolare, attenzionare le diverse emergenze che coinvolgono gli studenti in termini di mobilità. Piena sintonia tra i due per individuare la strategia che permetta di individuare un piano adeguato di mobilità.

Tra ipotesi e speranze il presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele potrebbe essere la prossima sede universitaria, un sito che si trasformerebbe in Campus universitario e che accoglierebbe in massa molti universitari. Un progetto che sia accompagna ad una seconda ipotesi, più difficile forse da realizzare. Si tratta dell’idea di poter individuare un secondo polo universitario nel tanto discusso quartiere San Berillo Vecchio, il quale potrebbe diventare in pieno centro storico un soggiorno per gli studenti universitari.

L’incontro avvenuto in Rettorato nella mattinata di oggi, ha permesso di raccogliere quelle che sono le prime impressioni. Il Sindaco Bianco dichiara: “L’obiettivo principale è quello di occuparsi della residenzialità degli studenti. E’ necessario individuare una sede che accogli il flusso di mobilità degli iscritti all’Ateneo dei Catania, sul modello di un Campus Universitario. L’idea è di realizzare qualcosa del genere presso il Vittorio Emanuele, oggi presidio ospedaliero, per fare questo dobbiamo attuare una collaborazione sinergica con l’Ateneo, nel tentativo di individuare i fondi comunitari che ci permettano di realizzare l’opera – aggiunge – Abbiamo in mente di recuperare il quartiere di San Berillo vecchio, dove è possibile contare circa 200 – 300 appartamenti per gli studenti, da destinare in un primo e secondo piano degli immobili, diversamente dai primi piani, nei quali si potrebbero aprire delle botteghe a beneficio del quartiere. Un progetto possibile attraverso il project financing, nel quale la Regione può intervenire con L’Ersu. Questo non rientra nell’immediato, al contrario del Vittorio Emanuele che potrebbe diventare presto un Campus universitario – prosegue – Nell’ambito della ricerca, invece, siamo consapevoli che è uno dei settori più importanti per Catania. Non a caso, dobbiamo dialogare con il Cnr e gli altri enti di ricerca, i quali si pongono come interlocutori per il nostro comune e che per loro siamo un ente di supporto. Chiaramente, dobbiamo confrontarci con le carenze finanziarie ma ciò non può impedirci di anadare avanti. Diversamente, questo deve essere un motivo per lavorare il doppio e anche bene – aggiunge – Esistono altri progetti come lo Smart City, che riguarda le sedi di Catania e Lecce, sulla tutela e le forme di turismo nell’ambito della fruizione dei beni archeologici e architettonici. Non dimentichiamoci che Catania gode di un meraviglioso sito storico e culturale come il Monastero dei Benedettini, che al contempo dovrebbe svolgere una duplice funzione, quella di destinazione universitaria e quella di accoglienza turistica, tentando di recuperare la Chiesa di San Nicolò”.

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Il rettore Pignataro conferma quanto espresso dal Sindaco Bianco: “L’emergenza è attenzionare la mobilità degli studenti. In una città come quella di Catania non possiamo non farlo. In merito dobbiamo verificare la possibilità di attuare dei piani strategici, come la realizzazione del Campus al Vittorio Emanuele, poiché dobbiamo garantire il diritto all’accesso universitario a coloro che vogliono intraprendere un percorso accademico. Questo si traduce nella possibilità di mettere nelle condizioni gli studenti ad avere una residenza in città. Per fare questo dobbiamo trovare l’intesa anche con altre realtà, come ad esempio il Cnr, con il quale ho avuto la possibilità di incontrare il Presidente Nicolais – prosegue Pignataro – Non è più tempo di agire in solitudine ma bisogna attivare un canale di collaborazione. Dobbiamo essere in grado di essere competitivi nel campo della ricerca e del sapere. A Catania esistono diverse realtà di ricerca come ad esempio gli Enti di ricerca di Geofisica e Astrofisica, soggetti importanti con il quale bisogna trovare una collaborazione proficua – aggiunge Pignataro – In relazione, alle facoltà umanistiche, bisogna pensare a tutelare il patrimonio pubblico che appartongono ai vari soggetti. In questo caso dobbiamo individuare un metodo di innnovazione nelle tecniche per la valorizzazione e la tutela dei beni storici e culturali”.

 

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09 Luglio 2013, 14:05

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