17 Maggio 2022, 18:30
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Bocconi, nell’università delle eccellenze si parla di imprese e spunta il bellissimo libro di Andrea Vecchio, imprenditore, ex assessore regionale e senatore, “Ricette di legalità”.
Ecco il racconto in prima persona di Marina Puricelli, Lecturer del Dipartimento di Management e Tecnologia presso l’Università Bocconi.
“Nell’aula del corso di formazione organizzato da SDA Bocconi per gli imprenditori di Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), tra le moltissime aziende partecipanti nelle diverse edizioni, una di recente mi colpito in modo particolare: Cosedil S.p.A. di Catania.
In aula avevo i fratelli Silvia e Gaetano Vecchio, figli del fondatore Andrea, e due loro manager.
Per tutta la durata del nostro programma hanno mostrato una motivazione, una voglia di confrontarsi e di apprendere sorprendenti. Non vi sto parlando di ragazzini alle prime armi ma di adulti “vaccinati”, per ciò il loro coinvolgimento mi ha meravigliata.
In Sicilia, con la loro impresa di costruzioni che opera in tutta Italia, danno oggi lavoro a circa 350 dipendenti. Durante una pausa tra una sessione e la successiva, ho voluto domandare a Gaetano se avessero mai avuto difficoltà di natura “ambientali”: mafia e dintorni insomma.
Per rispondermi è tornato verso il banco, ha rovistato nella sua borsa ed ha estratto un libricino. Me lo ha portato e mi ha detto perentorio: “Lo legga. Lo ha scritto mio padre”. Ho preso in mano “Ricette di legalità” e già dal titolo mi è parso di capire. Poi, sfogliandolo, sono stata sviata dai titoletti dei paragrafi: linguine ai frutti di mare, risotto ai funghi, spaghetti alla Norma…
“Ma cos’è?”, dico io: “Un libro di ricette della tradizione siciliana? Ha forse capito che non disdegno la buona cucina?”
“No Prof, non è un libro di ricette, lo legga, lo legga e poi mi dirà”.
Così ho fatto scoprendo senz’altro uno dei libri più originali sul tema del fare impresa visti negli ultimi anni. Un racconto bellissimo scritto da un imprenditore che, vittima di molteplici attentati a scopo estorsivo, ha saputo sconfiggere la paura non cedendo mai ai ricatti. Per dodici anni sotto scorta ha proseguito la sua attività edile supportato dalla moglie, dai figli e dai collaboratori: un’unica grande famiglia.
Un caso aziendale stupendo dove alle difficoltà dei cantieri si sommano quelle delle bombe, degli incendi dolosi, delle chiamate notturne e delle minacce. Il male viene però sconfitto dal bene e dalla volontà di far bene le cose, in piena legalità.
Ma allora cosa c’entrano le melanzane fritte?
Andrea Vecchio sembra annientare la paura e l’ansia con la positività del quotidiano che lui esprime, anche ma non solo, in cucina, preparando manicaretti conviviali con familiari e amici. Momenti di tregua in anni di battaglia. Il sapore dolce della cucina di casa supera l’amaro angosciante delle telefonate e delle lettere anonime.
Nella prefazione al libro, ristampato di recente ma uscito per la prima volta nel 2009, Andrea Camilleri spiega divinamente questa dote dell’imprenditore:
“Caro Andrea Vecchio, mi è capitata col suo libro una cosa che raramente mi succede e cioè quella di leggerlo da cima a fondo senza fare una pausa malgrado che le condizioni della mia vista mi impediscono simili exploit. Dal suo libro traspaiono con chiarezza due sue caratteristiche personali: l’amore per la cucina siciliana e la sua grande dignità umana. Perché credo sinceramente che abbassarsi a pagare il pizzo sia prima di tutto una sorta di abdicazione alla propria dignità umana poi ma molto più indietro vengono il danno economico e il rischio di subire la vendetta.
La lezione che si ricava dal suo libro mi pare esemplare. Lei non ha chinato la testa ha avuto sempre fiducia nella legge. Non si è mai sottratto a questa regola di vita nemmeno dopo gli attentati e gli incendi e alla fine ha vinto potendo così mangiare con una certa soddisfazione le meravigliose pietanze che sa preparare. Lei ha scritto un libro veramente originale e il contenuto risponde pienamente al titolo. Lei non ha cucinato solo broccoli, funghi e alici lei ha fatto friggere in padella anche la mafia.
Complimenti!”
Se vi ho incuriosito, vi consiglio di recuperare questo librettino, tanto piccolo quanto sorprendente. Merita per capire ancor meglio l’epica degli imprenditori italiani, veri eroi del nostro tempo ma può essere utile anche per riflettere su un aspetto centrale del passaggio generazionale: la forza che possiamo trasmettere ai figli. La positività del padre (che non ho conosciuto se non tramite il suo scritto) ha contagiato anche la seconda generazione (con cui mi sono confrontata in aula). Sono proprio costoro che, intrisi del coraggio che hanno respirato negli anni più difficili, proseguono oggi con successo l’attività di famiglia, facendola evolvere in chiave contemporanea a partire dal solco tracciato dal fondatore”.
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17 Maggio 2022, 18:30