Università, iscritti in calo del 15% |Pignataro “convoca” Crocetta

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20 Aprile 2015, 13:19

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CATANA – Un minuto di silenzio, doveroso di fronte alle centinaia di migranti morti, prima di parlare di Università e di calo delle iscrizioni. Quasi il doppio in Sicilia rispetto al resto di Italia dove, negli ultimi cinque anni si è registrato l’8 per cento in meno degli iscritti. “Nelle università siciliane, dal 2008 al 2013, si è registrato un calo degli iscritti del 15 per cento – ha affermato il Rettore Giacomo Pignataro che, proprio per rappresentare la nuova, preoccupante, situazione ha invitato il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Noi – ha proseguito – abbiamo bisogno di agire in sinergia con la politica per garantire veramente il diritto allo studio. Credo – prosegue – che ci siano molti terreni sui quali la Regione possa dare risposte”.

Non tanto e non solo sui collegamenti con il mondo del lavoro o sul volore in sé del titolo di studio in relazione ai quali, secondo Pignataro, l’Università rappresenta ancora un importante, se non fondamentale, tassello di promozione sociale. Ma in riferimento ai tagli previsti dal governo nazionale che stanno facendo lievitare le spese per sostenere la formazione universitaria, con la conseguenza del calo degli iscritti. É il diritto allo studio a essere minacciato dai tagli – ha continuato Pignataro – e molte famiglie rimangono escluse dalla possibilità di accedere all’istruzione superiore.

Si registrano meno iscritti in tutte le facoltà, infatti, a dimostrazione del fatto che la crisi di iscrizioni non riguarda alcuni indirizzi di studio rispetto ad altri, ma il sistema università.

Una giunta regionale dedicata al tema, la proposta avavnzata dal presidente Crocetta,che, come lo stesso ammette, è stato spiazzato dalla quantità di domande e di osservazioni del Rettore.”Avevo pensato di organizzare una giunta regionale con i rappresentanti dell”università per ragionare su come fare sistema con gli atenei nelle logiche di sviluppo della Regione – ha detto Crocetta. Non solo in ragione della formazione e dello sviluppo economico, ma anche in ragione alla cultura. Se no – ha proseguito – il nostro sarà solo un rimandare il problema.

Purtroppo – ha continuaton il presidente – ho ereditato una pesantissima situazione dai precedenti Governi regionali, con buchi di bilancio molto gravi. A questo si devono aggiungere i tagli di Roma (circa 3 miliardi di euro negli ultimi 3 anni) che penalizzano tutte le attività della Regione, comprese le politiche legate alla formazione e all’istruzione universitaria, che restano però al centro della nostra attenzione in quanto alla base dello sviluppo culturale ed economico della nostra Isola”.

Critici gli studenti dell’Udu, secondo cui la risposta del presidente della Regione sarebbe stata “una lezione mista tra filosofia, geopolitica e storia contemporanea”. “Siamo rimasti veramente sbalorditi da questo dibattito – afferma Giuseppe Campisi (coordinatore Udu Catania). Ancora una volta, il Presidente della Regione ha messo il suo personale concetto di rivoluzione come paravento rispetto alle scelte assurde fatta in questi anni dal suo Governo. Ancora una volta il diritto allo studio subisce un taglio indiscriminato, lineare che si tramuterà in meno diritti per gli studenti siciliani”.

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20 Aprile 2015, 13:19

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