Uno in carcere, l’altro libero| Il destino dei fratelli imprenditori

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12 Luglio 2019, 17:58

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PALERMO – Una sentenza, tre esiti diversi. E alla fine Filippo Campo ha assistito all’arresto del fratello Giovanni, mentre per lui l’assoluzione è divenuta definitiva.

La Cassazione si è pronunciata sulla sentenza di appello che nel gennaio 2018 aveva stabilito tre condanne e un’assoluzione. Il processo riguardava le infiltrazioni della mafia nell’appalto per i lavori della statale 115 Trapani-Siracusa.

Sentenza favorevole per l’imprenditore Filippo Campo, difeso dall’avvocato Tommaso De Lisi, scagionato dopo 14 anni, molti dei quali trascorsi in carcere. Allora furono condannati Giovanni Campo (9 anni e 6 mesi), Rosario Cascio (9 anni e 4 mesi) e Vito Brucceri (8 anni). A quest’ultimo, assistito dall’avvocato Monica Genovese, erano state riconosciute le attenuanti previste per i collaboratori di giustizia.

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Le sue dichiarazioni si erano aggiunte nel secondo processo d’appello – la Cassazione aveva annullato con rinvio la prima sentenza – a quelle di un altro pentito Calogero Rizzuto. Rizzuto raccontò nel 2010 come l’appalto era entrato nel mirino del clan mafioso guidato da Matteo Messina Denaro. Alla ditta appaltatrice era stato imposto l’acquisto di tutti i materiali da una società creata ad hoc e legata a Cosa Nostra.

Ora i supremi giudici hanno rigettato il ricorso dei legali contro la condanna di Giovanni Campo (il procuratore generale aveva chiesto di accogliere il ricorso e annullare con rinvio la sentenza) e dichiarato inammissibile quello della Procura generale contro l’assoluzione di Filippo. Annullata con rinvio la sentenza per Cascio e dunque si dovrà celebrare un nuovo processo.

 

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12 Luglio 2019, 17:58

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