Un giovane a De Niro: “La mafia c’è” | La star: “Dovete combattere una guerra”

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13 Giugno 2010, 18:31

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Se uno si chiama Robert De Niro, semplicemente e magnificamente Bob, quando si materializza in carne ed ossa la platea si incanta e si infiamma ancor prima che lui proferisca sillaba. Accade nel contesto del Taormina Film Fest, dove l’interprete di Taxi Driver e’ salito in cattedra per la Master Class. Un volo a tutto campo, nel quale l’attore ha scandito passato, presente e futuro. Ma interessante è stato il “fuori programma” del tutto irrituale al termine della lezione magistrale di Robert De Niro al Taormina Film Festival. Un giovane, visibilmente emozionato e impacciato, ha messo in evidenza che nel suo comprensorio, a Gela (Caltanissetta) enclave di alta mafia, ”da un paio di anni stanno accadendo cose strane, Cosa Nostra e’ riemersa”. All’attore, attento e partecipe nonostante un iniziale disorientamento, il giovane ha detto di voler dare i racconti che sta assemblando su questi fatti. Si e’ quindi avvicinato al palco con due foto in bianco e nero che ha consegnato all’attore e nelle quali sono ritratti, a suo dire, uno zio e due cugini, ”che non ci sono piu”, ha scandito. De Niro ha brevemente guardato le istantanee restituendole poi all’interlocutore con palese sentimento di solidarieta’. Sul fatto che le fiction sulla mafia abbiano danneggiato il nostro paese, la star ha detto: ”non voglio essere coinvolto nella politica italiana ma sono convinto che dobbiate combattere una guerra”. A proposito dei nuovi progetti, e’ in cantiere avanzato il sodalizio con Martin Scorsese, il regista con cui il rapporto umano e professionale e’ inossidabile al di la’ della frequenza. E’ gia’ quasi pronto il copione del loro prossimo film, tratto da una piece di un autore irlandese intitolata ‘Ho sentito che dipingi case’. Una storia di criminalita’, nel solco di ‘Good Fellas’, incentrata su un killer nell’America di Jimmy Hoffa, il potente sindacalista che fece una misteriosa e brutta fine. Smentisce quindi De Niro che si stesse lavorando ad una sceneggiatura su Frank Sinatra. In splendida forma, accattivante e disponibile, l’attore sottolinea che questa e’ la sua ”quarta volta in Sicilia, con cui ha un legame strettissimo”. Il prologo nel 1965 per un periplo isolano in autostop, poi altre due volte per la preparazione e l’interpretazione del ‘Padrino Parte II’ (Oscar) e infine oggi per ritirare il Taormina Award. A proposito della sua seconda regia, ‘The Good Shepherd’, ambientato nell’opaco e oscuro mondo della Cia, De Niro rileva che ”e’ un mondo che mi ha sempre affascinato, tant’e’ che ho in programma altri due titoli sul tema. Il primo sequel andra’ dalla Baia dei Porci (1961) al 1989, mentre la terza parta dalla caduta del Muro di Berlino ai giorni nostri”. ‘Toro Scatenato’ racconta della Hollywood degli esordi, ”un altro pianeta rispetto ad oggi, dove pero’ ci sono piu’ opere indipendenti e una certa inclinazione all’intrattenimento e al filone dei cartoon”. De Niro ultimamente ha percorso nell’universo della celluloide tre tappe: attore, regista e produttore (circa 40 film con l’etichetta Tribeca). ”Le mie preferenze – sostiene – sono quelle riportate nell’ordine: quando fai l’attore sei piu’ libero, quando fai il regista e’ sicuramente fantastico, pero’ devi combattere su piu’ fronti, al punto che a volte, soprattutto per problemi di budget, tutto puo’ diventare un incubo”. Il cinema italiano e’ nel suo cuore. ”Ho incontrato un paio di volte Fellini – dice -, altrettante Tornatore ed ho recentemente apprezzato ‘Manuale d’amore’ di Giovanni Veronesi”. Una spigolatura anche su Michael Mann con cui ha recitato in ‘Heat’ con Al Pacino: De Niro annota che e’ talmente meticoloso nella preparazione delle sequenze, che ”quando girammo la famosa scena della rapina, quasi quasi mi convinsi che avrei potuto fare anche io il rapinatore”. La chiusura: ”non ho rimpianti, si dice spesso avrei voluto, mi sarebbe piaciuto… La verita’ e’ che sono stato molto fortunato”.

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13 Giugno 2010, 18:31

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